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"Saltano le indennità di malattia per la quarantena dei dipendenti privati"

L'allarme della Cisl: "In provincia di Parma coinvolti centinaia di lavoratori e lavoratrici"

"Saltano le indennità di malattia per la quarantena dei dipendenti privati". La Cisl lancia l'allarme che coinvolge centinaia di lavoratori e lavoratrici a Parma e provincia. 

Con una nota del 6 agosto scorso  - nota 2842 -  l’Inps ha infatti comunicato che per il 2021 non sono state stanziate risorse per le indennità di malattia in caso di quarantena per i dipendenti privati entrati in contatto con un positivo Covid19. Incredibilmente, ad agosto e con effetto retroattivo, l’isolamento, che prima era parificato alla malattia e quindi «pagato» dall’Inps, ora non lo è più. Di fatto l’Istituto chiarisce che non saranno corrisposti i trattamenti economici previsti dal DL “cura Italia” del marzo 2020. Trattamenti equiparati a quanto previsto in caso di malattia comune – sulla base della normativa di riferimento – ai lavoratori e alle lavoratrici oggetto delle misure cautelari per evitare il diffondersi della pandemia nei luoghi di lavoro.

A non ricevere per l’intero 2021 la copertura economica per l’assenza dovuta a quarantena e a trovarsi senza stipendio e senza contributi sono soprattutto quei lavoratori che non possono in alcun modo svolgere attività da remoto, come ad esempio operai, magazzinieri, muratori, commessi, cassieri, educatori delle coop sociali - cioè proprio chi è stato in prima linea durante il lockdown - dato che, come è noto, la quarantena in salute è compatibile con lo “smart working”.

Per quel che riguarda l’Emilia Romagna stiamo parlando di circa 9.500 persone (dato di luglio 2021), "Quindi - fa notare Michele Vaghini, segretario generale Cisl Parma Piacenza - centinaia di lavoratrici e di lavoratori nella provincia di Parma. Diversamente dallo scorso anno viene annunciato che manca la copertura economica come invece era stato previsto in precedenza".

Il rischio non riguarda, però, solo questi lavoratori e lavoratrici, costretti a restare a casa senza retribuzione, pur essendo la loro assenza funzionale al bene comune salute collettiva. Esiste un ulteriore pericolo, che le Autorità sanitarie dovrebbero valutare con grande attenzione : molti lavoratori e lavoratrici entrati in contatto con un positivo potrebbero essere disincentivati a segnalare questa loro condizione, dato che comporterebbe un’assenza non retribuita dal lavoro. Il risultato potrebbe essere quello di porre le condizioni per un’ulteriore estensione di Covid19 tra i colleghi.

“La Cisl è seriamente preoccupata dal possibile esito di questa situazione – sottolinea  il segretario Michele Vaghini – perché la decurtazione della retribuzione potrebbe essere in molti casi di circa 600 euro (oltre ai contraccolpi sui contributi). Ciò vale anche per chi ha fatto quarantena nei mesi scorsi da gennaio in poi, perché c'è il guaio della retroattività della decisione.  Venendo meno la copertura economica ci potrebbero essere casi di non segnalazione, mentre la pandemia è ancora in atto". Il sindacato lancia un pressante appello al presidente della Regione Bonaccini affinché il Governo intervenga. I Ministeri del Lavoro e della Salute e l’Inps non si sono ancora mossi, benché già sollecitati.

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