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Soccorso Alpino: nel 2019 record di interventi in Appennino Parmense

Nel parmense lo scorso anno ha visto un'impennata degli interventi di soccorso in montagna e ambiente ostile. Oltre alle emergenze, cresce l'impegno nella prevenzione e formazione continua: ora però è necessario rinnovare il parco mezzi

Il 2019 è stato un anno di lavoro particolarmente impegnativo per i tecnici della Stazione Monte Orsaro del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna. Sono settantotto i tecnici, tra i quali anche un'importante componente sanitaria di infermieri e medici, che operano sulle montagne della provincia di Parma; un territorio montano particolarmente vasto (il più esteso della Regione) e con peculiarità orografiche e climatiche molto differenti tra loro. Una vera e propria impennata di interventi, quella verificatasi lo scorso anno, 'complice' anche l'ottima stagione dei funghi che ha portato sui rilievi appenninici una moltitudine di appassionati cercatori ed escursionisti. Un segnale, questo, che indica anche una riscoperta della montagna appenninica, ogni anno frequentata da un numero maggiore di persone, sempre più attive anche in attività outdoor (escursionismo, mountain bike, scialpinismo, arrampicata) sui rilievi del parmense. 
 
Nello specifico, con un totale regionale di oltre 500 allertamenti (compresi gli interventi speleologici ed in forra), le chiamate di intervento nello scorso anno per la provincia di Parma sono state 86: di queste 80 si sono tradotte in interventi veri e propri, mentre negli altri casi l'emergenza è rientrata prima della partenza delle squadre oppure è stata risolta telefonicamente (specie in casi di perdita di orientamento). Un aumento, rispetto al 2018, del 28%, per un coinvolgimento totale di 732 soccorritori ed oltre 3.000 ore/uomo. In 42 occasioni, oltre alle squadre territoriali, è stato richiesto l'intervento di un elicottero, in particolar modo di Elipavullo, eliambulanza abilitata per soccorsi in ambiente impervio e con a bordo un tecnico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. La ricerca di funghi e l'escursionismo si sono confermate le attività per le quali sono stati richiesti il maggior numero di soccorsi, seguite dagli incidenti sul lavoro (infortuni agricoli e forestali), mountain bike e alpinismo; nella maggior parte dei casi si è trattato di cadute o scivolamenti, seguite da perdita di orientamento e malori. Oltre il 70% dei casi hanno riguardato persone di sesso maschile, mentre la fascia di età più coinvolta è quella compresa tra i 50 e 60 anni. Molto bassa la percentuale di infortunati o dispersi appartenenti al CAI, solo due, e con infortuni di lieve-media entità. Un impegno che si è esteso anche a territori fuori provincia e fuori regione, dove i tecnici parmensi hanno partecipato a numerosi interventi di ricerca e
soccorso: in particolar modo sono stati oltre una decina le operazioni in sinergia con i colleghi dell'appennino piacentino e del Servizio Regionale Ligure, in particolar modo nella zona di triplice confine del gruppo montuoso Maggiorasca-Bue-Penna. 

Un'attività, quella del Soccorso Alpino, che non si limita alle emergenze: sempre maggiore importanza viene data alle attività di prevenzione ed educazione alla montagna, con una crescente presenza nelle scuole e negli eventi culturali e ricreativi associati alla montagna. Una parte fondamentale è poi quella riservata alla formazione dei tecnici, ai quali è richiesto un altissimo livello di preparazione fisica e formazione tecnica, per poter operare nei più disparati scenari e con ogni condizione meteorologica. Uno sforzo ed una presenza sul territorio che è reso possibile anche grazie alla disponibilità di alcuni mezzi fuoristrada e di un furgone allestito a base mobile, con i quali gli operatori possono arrivare tempestivamente sugli interventi. Un parco mezzi che tuttavia inizia a mostrare il passare del tempo, e che presto dovrà essere rinnovato anche per garantire la massima sicurezza dei soccorritori; a questo proposito è già partita e continuerà nei prossimi mesi una campagna per sensibilizzare benefattori e sostenitori e raccogliere i fondi necessari all’acquisto di un nuovo mezzo.

Ringrazio tutti i nostri tecnici per l'impegno dimostrato nell'anno appena passato. - ha commentato il Presidente Regionale Sergio Ferrari -  Un anno di grande lavoro, che ha visto portare a termine con preparazione e professionalità un grande numero di missioni. Il nostro obiettivo è quello di continuare in questa direzione e, tra le priorità - ha concluso - avremo quella di sostituire gradualmente i nostri fuoristrada, che lavorando molto spesso su terreni accidentati e con ogni condizione climatica, necessitano di una manutenzione che, con il passare degli anni, risulterebbe sempre più frequente ed onerosa.
 

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