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WWF e Legambiente: "A quattro anni dall’alluvione del Baganza, non dimentichiamo tutto quello che resta da fare"

Per le due associazioni manca la cosa più importante, ovvero un progetto di riqualificazione fluviale

Sono passati quattro anni dall’alluvione del 13 ottobre 2014, ma sembra che quest’anno l’anniversario abbia avuto ben poco risalto, quando invece sarebbe importante ricordare quello che è successo e quanto ancora resta da fare. Per WWF e Legambiente, che trova le principali cause della calamità nei cambiamenti climatici e nel degrado idromorfologico del Baganza, manca ancora la risposta più importante alla situazione critica del corso d’acqua, e cioè un progetto per la riqualificazione fluviale.

in questi anni le principali associazioni ambientaliste hanno partecipato assiduamente e contribuito con proposte ed osservazioni ai momenti pubblici di confronto sugli interventi da realizzare per migliorare la qualità e la sicurezza del corso d’acqua, dalla variante al Piano di Assetto Idrogeologico al progetto di casse d’espansione. E’ stato anche organizzato un convegno insieme all’Università di Parma, per sollecitare le istituzioni a lavorare per un progetto integrato, capace di rispondere tanto al miglioramento della qualità del corso d’acqua, quanto alla messa in sicurezza del territorio. Sappiamo che quella proposta è stata scartata, relegando la “il riassetto ambientale dell’asta fluviale e del bacino di monte”, a una “terza fase”, che al momento non risulta finanziata e probabilmente non lo sarà mai.

Un’atra proposta di cui abbiamo perso le tracce è il contratto di fiume, proposto dalle Associazioni già nel 2015, promesso in varie occasioni ed avviato nel 2018 in modo piuttosto confuso, quando ormai le decisioni più importanti erano state prese. Nel luglio scorso abbiamo appreso dalla stampa dello svolgimento di una “fase di ascolto”, di quattro incontri pubblici da tenersi nello stesso mese di luglio e di una “fase di confronto” entro ottobre. Ci chiediamo quali categorie di cittadini abbiano avuto la possibilità di partecipare, visto che alle stesse associazioni non è pervenuta nessuna comunicazione, pur avendola chiesta esplicitamente al Segretario dell’Autorità di Distretto, Meuccio Berselli. 

Insomma, anno dopo anno è sempre più forte il timore che l’alluvione sia passata invano: buona parte dei problemi del Baganza restano irrisolti (ad esempio le baracche e gli insediamenti in golena), ma mancano risposte veramente risolutive e capaci di restituirci un corso d’acqua veramente sicuro e di qualità.

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