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Cronaca

"Ecco la nuova strategia per combattere i reati seriali"

Il Procuratore Capo Alfonso d'Avino l'ha annunciata insieme al Questore Di Domenico e al comandante provinciale dei carabinieri Pagliaro

Il Procuratore Capo Alfonso d'Avino ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa insieme al Questore di Parma Di Domenico e al comandante provinciale dei carabinieri Andrea Pagliaro - un cambio di strategia rilevante per quanto riguarda le indagini a carico di persone indagate e accusate di reati seriali, soprattutto per quanto riguarda i furti e i reati contro il patrimonio, ovvero rapine e ricettazione. 

"L'obiettivo - ha sottolineato il Procuratore - è recuperare tutti gli atti relativi ad un indagato accusato di vari reati ed affidarli ad un unico Magistrato. In questo modo c'è la possibilità di chiedere al Giudice una misura cautelare, cosa che non si poteva fare per i singoli episodi. È necessario anche per avere una visione complessiva della pericolosità sociale della persona indagata.

Da tempo la Procura di Parma ha adottato un modulo investigativo innovativo, grazie al quale non si mira a perseguire, separatamente, singoli episodi delittuosi, bensì -attraverso l’impegno costante della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri presenti sul territorio- si cerca di trattare congiuntamente, dal punto di vista giudiziario, una serie di reati contro il patrimonio (furti, rapine, ricettazioni) che appaiono riconducibili alla medesima mano.


In sostanza -man mano che, in Procura, pervengono le singole notizie di reato relative a specifici fatti (per l’appunto: furti, rapine, ricettazioni) per i quali si appuntano sospetti su singole persone- i relativi procedimenti non vengono trattati singolarmente ed in ordine sparso, ma vengono riuniti per nominativo, nel senso che (dopo una ricerca sul sistema informatico della Procura) i fascicoli relativi allo stesso indagato vengono assegnati ad un solo Magistrato, che così è in grado di valutare nel suo complesso fatti apparentemente diversi (perché compiuti in giorni differenti), ma che magari presentino le stesse caratteristiche.

Spesso, poi, gli episodi delittuosi vengono ripresi da telecamere di sorveglianza, ed allora raffrontando i filmati (o le foto che vengono estrapolate dai filmati), il Magistrato assegnatario dei procedimenti riesce anche a verificare le stesse caratteristiche fisiche, lo stesso modus operandi, e persino talvolta lo stesso abbigliamento indossato dall’autore dei reati nei vari episodi delittuosi.

La visione unitaria di queste varie scene del crimine consente alla Procura di meglio valutare se il soggetto, che si presume autore dei reati, sia o meno una persona pericolosa, ed in tal modo verificare se sussistano, o meno, le esigenze cautelari idonee ad avanzare una richiesta di misura cautelare e, nello specifico, quale tipo di misura cautelare chiedere al Giudice.

Inoltre, una volta che vengono raccolti tutti gli elementi indiziari a carico di un indagato seriale, al di là di una richiesta cautelare, si riesce a celebrare un unico processo (e non tanti processi separati, come avveniva sino a poco tempo fa); tutto ciò consente un notevolissimo risparmio di tempo e di energie processuali, tanto più che, spesso, l’indagato ed il suo difensore optano per un rito alternativo (rito abbreviato o patteggiamento).

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