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Cronaca

Borgo Bosazza | Un cantautore e un fotografo per gli abitanti delle case occupate

Guido Maria Grillo, cantautore parmigiano, ha scritto il testo. Giulio Nori, fotografo parmigiano, ha scattato le fotografie tratte dal work in progress Home (less)-storie di persone senza casa e di case senza persone

Un cantautore ed un fotografo per gli abitanti delle case occupate di Parma, in particolar per le famiglie di Borgo Bosazza, alle quali è stata staccata la corrente elettrica e il gas, che rischiano lo sgombero a breve. Un testo ed una serie di immagini tratte dal work in progress  Home (less)-storie di persone senza casa e di case senza persone per comunicare alla cittadinanza la gravità della situazione di persone che vivono in condizioni precarie nella nostra città. 

Foto tratte da Home (less)-storie di persone senza casa e di case senza persone di Giulio Nori

Il testo di Guido Maria Grillo 

Di uomini e diritti

1-4-10
 
A chi s’appella al diritto di tener vuota un’abitazione di proprietà, chiedo come possa, tale diritto, prevalere sul dramma di uomini, donne e bambini senza una casa o un tetto, migranti per guerra, fame o dignità, il più elementare dei diritti.
 
Tra il diritto di vivere dignitosamente in una casa ed il diritto di tenerla vuota di chi ne ha più d’una, scelgo il diritto del primo.
Salvaguardare il diritto dell’uno lede il diritto dell’altro. Tra l’uno e l’altro sto dalla parte di chi non ha diritto. Nella temporaneità dell’urgenza, nella verità dell’empatia e dell’umanità.
 
Di uomini e di sgomberi

2-3-32
 
A.
Gli ha presentato il conto la vita poco più che adolescente, e lui le ha offerto un rene che s’era addormentato, chiedendo in cambio poco o niente. Il fiato che gli manca, un tetto per la notte, una schiena che lo regga e il lavoro che ha perduto per reggere il suo gioco.
 3-2-3
S.
Classe ‘62 e sorriso da ventenne. 13 anni in Barilla a rimestare sughi, e poi altrettanti a lucidare case di signori, sognandone una anche per sè, sua figlia ed i nipoti. Ma dove c’era Barilla, ora, non c’è più casa.
 4-2-2
I.
Pelle chiara e guance rosa, con compostezza di regime rivela la sua resa a quello zucchero che ha in vena e non addolcisce la mancanza. Kiev era urgenza giovanile di andar via, vent’anni dopo, sogno di tornare mutilato dalla malattia.
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M. e F.
Due bambini diventati adulti cullando il sogno di una vita insieme, aldilà del mare, di marmocchi da rincorrere in cucina, occhi a lume di candela affacciati sulla strada, la casa che verrà.
 5-2-3
A.
Classe ‘65, schiena dritta e stampella di L., compagna di una vita, disabile alla vita, ridotta alla fatica. Imbandisce la tavola, a sera, di ansiolitici e carezze, per strapparle un sorriso mentre s’addormenta in un sospiro.
 6-2-2
A.
Due figli quasi adulti e lei che è ancora poco più che una ragazza. Condividono fatiche di giorno e un letto di notte, stretti premendo i propri corpi contro il gelo dell’inverno che, ora, impietoso tra le lenzuola s’insinua.
 7-3
F. e L.
Un sorriso le circonda il viso quando parla di lui, timido compagno di una vita, che ha colorato la stanza con pastelli del deserto sulla punta delle dita, cosicché, chiudendo gli occhi, potessero sentire la voce della figlia, affacciata sul bazar di Marrakech.
 8-2-2
K.
La pena è il contrappasso per K.: in vita a costruire case all’altra gente, ed ora che la vita stessa lo rinnega, a non avere una dimora, mentre a sera la madre dei suoi figli lo attende sulla soglia di un imminente addio.
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S.
Da quando il vento caldo del Marocco non gonfia più le vele del vascello, gli lucidano gli occhi vergogna e umiliazione. Cassa integrato ed ora licenziato, a sera inventa storie di pirati e di conquiste per i suoi bimbi e per sé stesso.

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Guido Maria Grillo
 
 
Fotografie di Giulio Nori tratte dal work in progress Home (less)-storie di persone senza casa e di case senza persone 


 

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