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Cronaca

Coronavirus: lockdown soft anticipato ai primi di novembre

Ecco tutte le ipotesi allo studio per i prossimi giorni:

Il Governo ha intenzione di anticipare il Dpcm che disporrà il lockdown morbido, valido anche per Parma e provincia, ai primi del mese di novembre. L'escalation di positivi nel bollettino della Protezione Civile di ieri ha convinto l'esecutivo a muoversi prima del 9 anche se il presidente del Consiglio dovrà prima trattare con gli enti locali i termini della stretta. 

Conte ha deciso di anticipare il prossimo Dpcm, che arriverà prima del previsto. Quando? I pronostici sono per una stretta in arrivo sulle città entro il week end e per l'anticipo della norma ai giorni immediatamente successivi, "sfruttando" le festività dell'1 e del 2 novembre. II premier, però, tentenna. È convinto si debba attendere almeno qualche altro giorno per evitare di varare "un testo ogni tre giorni". 

Conte mantiene alcune riserve. E non è facile immaginare blocchi cittadini o metropolitani, anche perché questi limiti fallirono in occasione della prima ondata e portarono al lockdown del Paese. Per questo, gli interventi potrebbero essere estesi a intere Regioni. Oppure, scenario ormai impossibile da escludere, all'intero territorio nazionale.

Le ipotesi allo studio sono: 

  • la prima è quella più drastica, ovvero chiudere tutto per almeno un mese lasciando aperte soltanto le fabbriche, le scuole materne e quelle elementari e i negozi dei generi di prima necessità rendendo possibile muoversi da casa se non per motivi validi e validati con il modulo di autocertificazione. Sarebbe una situazione molto vicina al lockdown totale;
     
  • la seconda prevede invece chiusure a livello regionale e comunale, incentivi allo smart working nel pubblico e nel privato e paletti per gli spostamenti interregionali, sempre con il modulo di autocertificazione.

Se seguirà la seconda strada, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha davanti tre opzioni che rappresentano tre diverse proposte di restrizioni:

la prima sono i lockdown territoriali, limitati ai centri urbani più in crisi: a prima vista sembra semplice, in realtà si tratterebbe di chiudere grandi città come Milano, Napoli, Torino e Roma; la seconda restrizione è la chiusura dei confini regionali; la terza è la chiusura di tutte le scuole con l'estensione della didattica a distanza a ogni tipo di istituto.

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