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Cronaca

Dritan Demiraj, condannato per omicidio, pestato in carcere: è in Rianimazione

La vita di Dritan Demiraj, il killer reo confesso condannato in primo grado per la morte di Lidia Nusdordfi e Silvio Mannina, è appesa a un filo. Il pestaggio sarebbe avvenuto nell'aria della 'convivialità', interna al carcere, da parte di un pugile rumeno che gli avrebbe sferrato alcuni violenti pugni

Dritan Demiraj, 29enne albanese detenuto del carcere di via Burla di Parma in carcere dopo la condanna per l'uccisione della propria ex-fidanzata e del nuovo compagno, si troverebbe ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Maggiore di Parma in gravi condizioni di salute. Il pestaggio sarebbe avvenuto nell'aria della 'convivialità', interna al carcere, da parte di un pugile rumeno che gli avrebbe sferrato alcuni violenti pugni. Secondo le prime informazioni la Procura di Parma avrebbe aperto un fascicolo per tentato omicidio. Dritan Demiraj, reo confesso, è stato condannato in primo grado per la morte di Lidia Nusdordfi e Silvio Mannina. 

LA VICENDA - Secondo il racconto del 29enne, come era già stato ipotizzato, nella sera del 28 febbraio Demiraj e Monica Sanchi, la nuova fidanzata del pasticcere, avevano attirato con un inganno Mannina a Rimini per poi portarlo nella zona dell'ex cava In.Cal. System di San Martino dei Mulino dove, la scorsa settimana, si erano incentrate le ricerche dei carabinieri. Qui era nata una discussione, iniziata dal Demiraj per cercare di entrare in contatto con la Nusdorfi per parlare dei loro figli, e secondo il racconto dell'albanese i due erano venuti alle mani.
A scatenare l'ira del 29enne, sempre secondo quanto avrebbe dichiarato il killer, era stata la scoperta che nel cellulare di Mannina c'erano delle foto spinte della Nusdorfi e messaggi dal contenuto hard. Il 29enne avrebbe quindi perso la testa e, stando alle sue dichiarazioni, avrebbe preso a pugni il Mannina per poi strangolarlo. Dopo averlo ucciso, Demiraj ha sepolto il corpo del bolognese in un punto dell'ex cava per poi tornare a Rimini con la Sanchi e progettare, per il giorno successivo, l'omicidio della Nusdorfi.

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