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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

E' morto Don Luciano Scaccaglia, il sacerdote degli ultimi

Aveva lasciato da poco tempo la chiesa di Santa Cristina nella centrale via Repubblica, per anni luogo di ritrovo e discussione di tantissimi parmigiane e parmigiani, migranti, poveri, senzatetto: un tumore, contro cui lottava da mesi, lo ha portato via

E' morto Don Luciano Scaccaglia, a 79 anni, portato via da un tumore che non gli ha lasciato scampo. Aveva lasciato da poco tempo la chiesa di Santa Cristina nella centrale via Repubblica, per anni luogo di ritrovo e discussione di tantissimi parmigiane e parmigiani, migranti, poveri, attivisti, senzatetto. Da mesi Don Luciano lottava contro un tumore, dopo una vita di aiuto agli ultimi, ai reietti. Durante il suo lungo sacerdozio, dall'ottobre del 1960 ad oggi, 29 marzo 2016, Don Scaccaglia ha formato intere generazioni di giovani al Vangelo e alla parola di Dio, che ha diffuso con passione e con rigore, intepretandone il lato più 'umano', pacifista e a favore dei più poveri. A gennaio 2016 Don Scaccaglia aveva ricevuto il premio Sant'Ilario dalle mani del sindaco Federico Pizzarotti. Molti offi a Parma lo ricordano e lo piangono. 


IL RICORDO DI PIZZAROTTI - "Con don Luciano Scaccaglia Parma perde un grande uomo. La notizia della sua scomparsa ci ha colpito, perchè senza di lui ci sentiamo tutti un po' più soli. Don Luciano era uomo di fede profonda, capace di assumersi le sue responsabilità e di fare quello che riteneva giusto, anche se la sua verità poteva a volte sembrare scomoda, lontana dalle luci del potere. Lui ha sempre saputo stare dalla parte degli ultimi, e lo ha fatto senza fermasi davanti a nessun ostacolo. La "sua"chiesa era la casa di tutti: passare davanti a santa Cristina era per noi un motivo per riflettere, per chiederci se davvero siamo capaci di fare la nostra parte, come quel prete sapeva fare. Credo quindi di interpretare i sentimenti di tutti, giunta, consiglieri e cittadini di Parma nell'esprimere il sincero e profondo cordoglio per la scomparsa di un uomo che tanto ha dato alla nostra città, soprattutto per i valori che ha saputo trasmettere a chi gli si è avvicinato. Per questo è motivo di orgoglio il fatto di avergli conferito l' onorificenza della città, proprio il 13 gennaio scorso in occasione della celebrazione del Santo Patrono. L'ovazione che ha accolto la consegna dell'attestato di civica benemerenza  è stata l'ultimo gesto di affetto di Parma verso questo suo figlio non sempre "comodo", ma sempre tanto generoso.


IL RICORDO DI PAGLIARI - Don Luciano è stato, innegabilmente, un personaggio di rilievo nella storia di Parma. I suoi cartelli davanti a Santa Cristina erano messaggi, che non lasciavano indifferente nessuno. Ha attraversato il suo tempo da protagonista, come succede alle persone libere e che cercano di interpretare attivamente il proprio tempo. Ha avuto la forza di essere scomodo per convinzione e non per protagonismo. Una rarità, oggi.


IL RICORDO DI PATRIZIA MAESTRI - “La Città e la Chiesa di Parma perdono una persona forte, autorevole, che ha impegnato tutta la propria vita nella difesa dei poveri, degli immigrati, delle persone sole e abbandonate ai margini della società. Ho condiviso con lui molte occasioni di dibattito e confronto aperto sui temi che più lo vedevano impegnato e in prima linea. La forza inesauribile con cui conduceva le sue battaglie, alcune delle quali condotte insieme, mi ha sempre colpito e impressionato. Spero che l’esempio di impegno civile e di fede che ci ha dato, intatto anche durante la malattia, rimarrà d’esempio per tutti noi e per la nostra Città”.


IL RICORDO DI GIUSEPPE ROMANINI - Sempre dalla parte degli ultimi: era questo l’impegno di don Luciano e il grande insegnamento che lascia a noi tutti e a Parma. Un uomo dalla personalità dirompente, capace di far interrogare Parma e i parmigiani sulle questioni più difficili e controverse. Un prete dalla grande umanità che ha dedicato la vita alle persone emarginate, ai rifugiati, ai senzatetto, a coloro che spesso, anche nella nostra quotidianità, fingiamo di non vedere o dimenticare. Nonostante la malattia, con grande determinazione, è rimasto vicino alla sua comunità e alla sua Chiesa, alle persone per cui ha combattuto durante tutta la vita. Ci ha purtroppo lasciati proprio nel momento in cui, grazie al Papa della Misericordia e nel solco dell’enciclica Laudato si’, alcune delle sue battagli avrebbero potuto trovare maggiore attenzione, ascolto e conforto. Parma gli deve molto e non lo dimenticherà.

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