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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Santa Brigida

Eleonora Goio a Parma: “Affrontare la disabilità come nuova sfida”

Presentato alla libreria Diari di bordo l'ultimo libro della scrittrice Eleonora Goio, occasione per parlare della nuova sfida con la disabilità. Presente anche una rappresentanza del comitato Genitori infuriati, contro i tagli ai servizi ai disabili

Una sala gremita quella che ha accolto Eleonora Goio per la presentazione del suo ultimo libro “Vita al rallenty” alla libreria Diari di bordo di borgo Santa Brigida. Una grande viaggiatrice che ha raccontato nei suoi libri viaggi come il tour del Mediterraneo o l’avventura di ripercorrere l’antica Via della Seta da Udine a Pechino a bordo di una Mehari in compagnia di Ennio Zingarelli, un settantenne che aveva conosciuto in appena due ore di treno. La presa di coscienza della nuova condizione di disabile non l’ha fermata dallo scegliere di affrontare con forza quella che si è rivelata una nuova sfida nella sua vita a seguito dei postumi di un’operazione al cervello. Una viaggiatrice anarchica mossa dall’istinto nell’intraprendere imprese anche estreme preferendo sempre la dimensione umana dei luoghi per coglierne la vera identità. Il viaggio visto come il modo migliore per abbattere i pregiudizi, proprio perché permette di entrare in contatto con ciò che si percepisce come diverso. “La vita è un viaggio – sottolinea Eleonora Goio -, è parte innata dell’uomo. E’ affascinante non tanto per il fatto di conoscere nuove culture e nuovi panorami, ma perché è un modo per mettersi in gioco, per affrontare sempre nuove sfide”. La curiosità e la voglia di conoscere il tratto distintivo che emerge da “Viaggio al buio” a Mezzaluna al rovescio”, con l’attitudine a esplorare e sperimentare nuove sfide spostando continuamente i propri limiti, un modo di concepire non solo il viaggio ma la vita, combattendo anche i limiti dettati dalla malattia anche attraverso la scrittura. Per Eleonora Goio scrivere, come viaggiare, è sempre stato il mezzo per veicolare parte delle tante energie non solo per condividere le sensazioni provate nella presa di coscienza del nuovo stato di disabilità, ma anche per compiere una sorta di denuncia sociale.

Un tema, quello dei servizi ai disabili che anche a Parma è particolarmente delicato, come ha dimostrato la presenza, durante la presentazione del libro, del comitato Genitori infuriati, sceso in piazza per protestare contro gli annunciati tagli alle figure professionali di sostegno a scuola. Occorre una maggiore sensibilizzazione da parte delle istituzioni, secondo l’autrice, che da ex insegnante di sostegno e disabile ha potuto comprendere da vicino la situazione da entrambe le prospettive. “Ho trascorso i miei primi cinquant’anni da persona normale, anche se la definizione di normale è difficile da stabilire. Ho fatto l’insegnante di educazione fisica, l’insegnante di sostegno, rapportandomi con gravi forme di disabilità. Di colpo mi è cambiata la vita dopo l’operazione al cervello. Era una nuova sfida, ho rischiato di morire e mi sono detta che non potevo abbattermi. E’ stato tragico passare dal movimento assoluto all’inabilità. Ci ho messo una settimana ma poi ho capito che siamo noi il motore della nostra rinascita. Da emiplegica e epilettica ho capito che nella vita non bisogna porsi limiti”. Limiti però spesso determinati inevitabilmente dalle barriere, che per Eleonora Goio non sono solo quelle reali, fisiche, ma anche quelle mentali, che ci si crea nella propria testa. Non c’è viaggio, secondo Eleonora, senza attraversare frontiere sociali, culturali e psicologiche, quelle dell’anima che sbarrano la strada a noi stessi, spesso invisibili a molti e per questo difficili da abbattere. Come sono ancora difficili da abbattere i tabù legati all’importanza della dimensione affettiva e sessuale per un disabile, tema particolarmente caro all’autrice che dedica un capitolo a parte al tema, sottolineando come soprattutto in Italia non ci sia l’adeguata comprensione dell’importanza della sessualità per la riabilitazione non solo fisica ma anche interiore di chi vive con una disabilità. Un messaggio di forza quello lanciato attraverso Vita al rallenty per esortare chiunque, non solo in condizioni di disabilità, a trovare la forza per rialzarsi. “Vorrei che questo diventasse un messaggio di cambiamento di mentalità per tutti, per essere più attenti a ciò che capita alla persona che ci sta di fianco denunciando le ingiustizie. Il messaggio che vorrei dare non è tanto quello di rinascere dopo una disabilità ma che si possano ritrovare i valori che abbiamo perso”.

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