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Cronaca

Circo a Parma, la lettera di un dottorando: "Fermatelo"

Continuano le proteste mentre nell'area di Ravadese le prime tende sono già montate, in attesa che arrivi il 12 ottobre. Gli animalisti si preparano al presidio mentre alcuni esponenti della società civile protestano

Circo Aldo Martini a Parma. Continuano le proteste mentre nell'area di Ravadese le prime tende sono già montate, in attesa che arrivi il 12 ottobre. Gli animalisti si preparano al presidio mentre tra le varie proteste in forma di lettera arrivate negli ultimi giorni pubblichiamo quella del dottorando dell'Università di Parma Aldo Di Biasio.
 

LA LETTERA INVIATA AL COMUNE DI PARMA

Scrivo per protestare contro l'attendamento in città del circo Martini, tristemente assurto agli onori delle recenti cronache per l'uccisione colposa della giraffa Aleksandre, fuggita mentre il circo stazionava ad Imola. La fuga ribelle di questa povera giraffa dimostra, se mai ve ne fosse stata necessità, la volontà degli animali non umani di vivere liberi e di sfuggire ai maltrattamenti dell'uomo. Oltre ad essere privati della libertà e della possibilità di vivere nel proprio habitat naturale, gli animali nei circhi sono sempre addestrati con metodi violenti, come numerosi attivisti hanno documentato.

Lo stesso circense Paride Orfei, in un intervista al Corriere della Sera, ha confessato: "I metodi crudeli vengono utilizzati dall’addestratore proprio per far capire all’animale chi comanda, cosa impossibile con un semplice “premio” a fine esercizio", sottolineando come questi metodi costituiscano la normalità, e non siano prerogativa di addestratori particolarmente crudeli. Negli spettacoli, d'altra parte, gli animali sono costretti a comportamenti del tutto innaturali, solo per divertire il pubblico. Esiste un motivo più futile per infliggere sofferenza? Trovo oltretutto estremamente diseducativo per i bambini assistere a questi spettacoli, dove si insegna che è giusto approffittarsi degli animali, e in generale di chi è più debole, per farne ciò che vogliamo.

Se è vero, come ha detto qualcuno, che la civiltà di un popolo si misura da come tratta gli animali, il sindaco e la giunta tutta potrebbero dimostrare con i fatti qual è il grado di civiltà loro e della cittadinanza parmigiana approvando un'ordinanza comunale, già in vigore in altre città italiane, che vieti l'attendamento ai circhi che non siano in grado di rispettare norme molto restrittive circa la detenzione degli animali (norme protezionistiche minimali, ma che praticamente nessun circo con animali è in grado di rispettare). Un esempio virtuoso per tutti i Comuni che vogliano concretamente opporsi all'attendamento dei circhi è l'ordinanza del Comune di Alessandria del 2011.

Aldo Di BIasio, dottorando dell'Università di Parma


 

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