L'Emilia protagonista nelle terapie monoclonali: a Parma via le fasi 2 e 3
I test valuteranno l’efficacia del nuovo anticorpo monoclonale, definendone il dosaggio
L’Emilia-Romagna protagonista nella ricerca e somministrazione degli anticorpi monoclonali, un alleato in più per combattere il Covid-19. Lo dimostra l’ultimo – in ordine cronologico – importante riconoscimento ottenuto, che riguarda l’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena: il suo è uno dei quattro protocolli di ricerca, su 14 candidati, vincitori del bando indetto dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che accederanno a un finanziamento per un importo superiore ai 2 milioni di euro. L’esito della valutazione e il finanziamento degli studi sono stati approvati dal CdA di Aifa. Quello sugli anticorpi monoclonali per il Covid-19 di Modena, che coinvolgerà anche le Ausl di Piacenza, Modena e Reggio Emilia, è il secondo progetto classificato.
Nelle prossime settimane, inoltre, partiranno le fasi 2 e 3 di sperimentazione clinica del progetto della Fondazione Toscana Life Sciences, con il coinvolgimento di 14 centri su tutto il territorio nazionale, tra cui l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma e l’ospedale di Piacenza. Sempre a Piacenza prosegue l’utilizzo sperimentale di anticorpi monoclonali (studio clinico di fase 3); anche al Sant’Orsola di Bologna continuano le somministrazioni, su adulti e bambini.
“L’Emilia-Romagna sta percorrendo tutte le strade possibili per combattere il Covid-19, a partire dalla ricerca- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Non possiamo che essere orgogliosi del risultato ottenuto da Modena, e dei percorsi che stanno portando avanti Piacenza, Parma e Bologna. Confidiamo che la terapia con gli anticorpi monoclonali possa essere efficace, soprattutto per contrastare e ridurre i rischi di complicazioni gravi in pazienti con particolari quadri clinici. Le nostre strutture sanitarie, l’interno sistema sanitario regionale- conclude l’assessore- sono all’altezza di queste nuove sfide”.
Parma e Piacenza, al via le fasi 2 e 3 di sperimentazione clinica del progetto Fondazione Toscana Life Sciences
L’Emilia-Romagna in campo anche con lo studio clinico sull’impiego del monoclonale MAD0004J08: è questo il nome dell’anticorpo anti Covid-19 individuato dal team di ricerca della Fondazione Toscana Life Sciences, coordinato da Rino Rappuoli, per il trattamento precoce della malattia in pazienti asintomatici o con sintomi lievi. Dopo la conclusione della prima fase clinica, che si è svolta allo Spallanzani di Roma e al Centro delle ricerche cliniche di Verona, il progetto prosegue con la fase 2 e 3 di sperimentazione, coinvolgendo 14 centri su tutto il territorio nazionale e circa 800 pazienti. In Emilia-Romagna la sperimentazione clinica partirà nelle prossime settimane e sarà condotta dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, nell’Unità operativa di Malattie Infettive, dal direttore della struttura Carlo Ferrari, e dalle dottoresse Alessandra Orlandini e Diletta Laccabue. A Piacenza il progetto è coordinato dal dottor Mauro Codeluppi, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale, in sinergia con l’Unità operativa Qualità e Ricerca.
I test valuteranno l’efficacia del nuovo anticorpo monoclonale, definendone il dosaggio. Il MAD0004J08 è infatti un potente anticorpo che ha come target la proteina spike di SARS-CoV-2, l’obiettivo è quello di neutralizzare il virus, bloccando l’infezione delle cellule del polmone, prevenendo quindi l’evoluzione verso forme severe di malattia.