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Cronaca Traversetolo

Le chat su WhatsApp, i sopralluoghi, i passamontagna: 15 furti in 9 mesi. Denunciati quattro minorenni e due maggiorenni

Indagine dei carabinieri di Traversetolo. I ragazzi non si limitavano ad asportare denaro ma rubavano tutto ciò che poteva essere venduto e dargli un guadagno. Infatti è emerso che uno dei minori aveva un nickname su un sito online dove vendeva la merce rubata

Al termine di una prolungata attività d’indagine i carabinieri della Stazione di Traversetolo hanno denunciato alla Procura dei Minori di Bologna e alla Procura di Parma quattro minorenni e due maggiorenni tutti italiani ed alcuni con precedenti, quali presunti responsabili a diverso titolo di: furti in abitazione e ditte, tentato furto, violazione di domicilio e danneggiamento. Complessivamente, i sei hanno concorso alla presunta commissione di quasi 15 furti in 9 mesi tra il 2021 e 2022.

I militari a seguito di uno spunto investigativo hanno individuato gli autori di alcuni furti in abitazione avvenuti a Vignale di Traversetolo. I presunti autori, uno dei minorenni ed un maggiorenne, dopo i colpi hanno nascosto la refurtiva, tra cui dei fucili, presso le abitazioni o in un capannone in uso ad un parente. I militari, vista la presenza di armi hanno effettuato una perquisizione che ha consentito il sequestro nei confronti del 16enne di cartucce cal. 12, bigiotteria, rame e una moto rubata. Mentre i fucili sono stati rinvenuti e sequestrati nella disponibilità del nonno del maggiorenne che, è stato arrestato. A seguito della denuncia del minore, l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’interrogatorio e delegato i Carabinieri di Traversetolo all’analisi del telefono cellulare sequestrato nel corso delle perquisizioni. Nel corso dell’interrogatorio il 16enne, ha fatto parziali ammissioni in relazione alla commissione dei furti delle armi e della moto.

I militari, invece, dall’analisi del cellulare, hanno individuato i presunti autori e le modalità di commissione degli episodi avvenuti nei 9 mesi. I giovani comunicavano esclusivamente sulla chat di WhatsApp e dalle conversazioni è emerso il loro modus operandi. Cercavano gli obiettivi più semplici da colpire (case e capannoni non abitati o momentaneamente vuote), effettuavano sopralluoghi al fine di accertare la presenza di sistemi di allarmi e videosorveglianza, utilizzavano guanti e passamontagna per non essere identificati e si vestivano di scuro per non essere visti. I ragazzi non si limitavano ad asportare denaro ma rubavano tutto ciò che poteva essere venduto e dargli un guadagno. Infatti è emerso che uno dei minori aveva un nickname su un sito online dove vendeva la merce rubata. Diverse abitazioni o ditte sono state prese di mira più volte, addirittura sono andati a rubare delle casse di vino a casa della nonna di uno degli indagati. A seguito delle denunce presentate dalle vittime che hanno riconosciuto il materiale loro sottratto al termine delle formalità di rito i sei sono stati denunciati.

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