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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Multe ai rifugiati, è ancora polemica. Audit: "Multiamo chi non ha casa, lavoro e prospettive"

"Quella multa rappresenta una distorta idea della legalità, intesa come difesa del perbenismo, del privilegio di chi ne gode, di un presunto ordine che occulta il disordine in cui versa la maggior parte dell'umanità"

Multe ai rifugiati in Pilotta. Dopo il botta e risposta tra la Rete Dormire Fuori e il Comune di Parma, con tanto di pubblicazione dei verbali delle multe che l'Amministrazione ha prima negato e poi confermato, precisando solamente la data delle sanzioni comminate a due rifugiati che stavano per dormire- in assenza di un tetto sopra la testa- sotto i Portici della Pilotta sull'argomento interviene la Commissione Audit sul debito pubblico. 

"La sanzione comminata ad alcuni immigrati -si legge in una nota della Commissione di Audit- trovati a dormire per strada nella nostra città lascia esterefatti. Questa, non il bivacco dei migranti, è una intollerabile violazione di una norma scritta nel cuore degli uomini civili e nella più antica tradizione storica: quella dell'accoglienza, dell'inclusione, dovute inderogabilmente al rispetto di ogni vita umana. Multiamo chi non ha casa, riparo, lavoro, prospettive. Multiamo chi ha rischiato la propria vita, nel disperato tentativo di sfuggire alle guerre che noi occidentali abbiamo fomentato, ai regimi dittatoriali che noi abbiamo sostenuto, alle armi che noi abbiamo trafficato, alla miseria che noi abbiamo provocato.

Multiamo chi su camion e a piedi attraversa il deserto, vede morire disidratati i propri figli, finisce nelle carceri libiche, affronta la traversata del Mediterraneo, terrorizzato, violato, stuprato, chi sfugge alla detenzione coatta dei centri di accoglienza, al caporalato nei campi dove, senza acqua, a mani e piedi nudi sotto la canicola, evaporano le sue speranze insieme col sudore versato. Quella multa, inflitta ad alcuni di essi a Parma, rappresenta una distorta idea della legalità, intesa come difesa del perbenismo, del privilegio di chi ne gode, di un presunto ordine che occulta il disordine in cui versa la maggior parte dell'umanità.

La legalità è senz'altro un valore se vive tuttavia in rapporto dialettico con la giustizia. Il bisogno di giustizia ha incalzato nel corso della storia le leggi e i codici, ponendo legittime istanze, sebbene poste inizialmente in modo illegittimo. Multando quegli uomini fingiamo che il mondo vero sia gaudente, ordinato, raffinato, e sia il nostro. Il mondo vero invece è , al contrario, quello di miliardi di “dannati della terra”, cui è negato persino il diritto alla nascita della coscienza ed il riconoscimento della dignità.Comunichiamo l'idea che essi rappresentano la profanazione, l'insidia, la minaccia. Li additiamo come responsabili della nostra crisi, del lavoro che non c'è, delle case che non abitiamo, dei furti che ci spaventano, istighiamo la guerra tra i poveri, una guerra fratricida.

Un filosofo, di nome Kant, scriveva che la terra è rotonda perché gli uomini possano incontrarsi e garantirsi reciprocamente un'ospitalità universale, dal momento che- aggiungeva- la terra appartiene a tutti e tutti hanno il diritto di viverci in modo dignitoso. Quale sanzione noi cittadini dovremmo allora comminare a questi amministratori pubblici che, emuli di chi sguinzagliava qualche anno fa i gendarmi a pestare studenti neri a passeggio in città, negano l'ospitalità a chi vive all'addiaccio, dorme per terra e sotto i ponti, terrorizzato, braccato, in fuga? E li multa persino e poi nega di averlo fatto?

Ecco, questa sanzione quantomeno: vadano a rileggersi la storia di questa città e la sua antica tradizione di accoglienza, magari a partire dal grande sciopero agrario del 1908. Vadano a guardarsi le foto di piazza Garibaldi gremita di bambini mandati a Parma dalle località limitrofe, affinchè fossero ospitati da famiglie parmigiane, che si impegnavano ad accudirli come figli, mentre i loro genitori portavano avanti una lotta durissima contro i grandi agrari per raggiungere migliori condizioni di vita e di lavoro. Vadano a riguardarsi l'ospitalità accordata agli ebrei durante l'occupazione nazi-fascista e le tante pagine di una lunga storia di accoglienza riservata a chi, pur condannato in quanto diverso, veniva messo nella condizione di rivelare il suo volto fraterno. “Restiamo umani”, scriveva il giornalista Vittorio Arrigoni, che ha pagato con la vita la sua lunga amicizia verso il popolo palestinese. Restiamo umani".

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