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Abusi e pestaggi in carcere, un detenuto registra gli agenti: "Qui comandiamo noi"

Nel carcere di Parma un detenuto registra di nascosto le guardie che parlano di pestaggi in cella. Si sentono parole molto dure: minacce e intimidazioni, come si evince dalle registrazioni ottenute dall'Espresso e come racconta Giovanni Tizian

Nel carcere di Parma un detenuto registra di nascosto le guardie che parlano di pestaggi in cella. Si sentono parole molto dure: minacce e intimidazioni, come si evince dalle registrazioni ottenute dall'Espresso e come racconta Giovanni Tizian: "Un agente della penitenziaria dice: "Ne ho picchiati tanti, non mi ricordo se in mezzo c’eri anche tu". Il medico del carcere è ancora più chiaro: "Vuole denunciarle? Poi le guardie scrivono nei loro verbali che non è vero... Che il detenuto è caduto dalle scale; oppure il detenuto ha aggredito l’agente che si è difeso, ok? Ha presente il caso Cucchi? Hanno accusato i medici di omicidio e le guardie no... Ma quello è morto, ha capito? È morto per le botte".

I nastri verranno depositati dall'avvocato Fabio Anselmo, lo stesso che assiste la famiglia Cucchi. A registrarli è stato Rachid Assarag, un detenuto marocchino condannato per violenza sessuale: un reato molto grave, che avrebbe spinto gli agenti a infliggergli un supplemento di punizione con pestaggi durati un anno tra il 2010 e il 2011. L'apparecchio audio gli è stato fatto arrivare dalla moglie italiana. 

Il detenuto cerca di far parlare gli agenti, e li interroga registrando il tutto: "Sì, sì, va bene: tu sei entrato dopo. Ma io sento la tua mano sulla mia faccia e il tuo piede sulla mia schiena... Perché tutta questa violenza?!". Il funzionario replica: "Perché ti devi comportare bene".

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