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Cronaca

La Piazza a Pizzarotti: "Dialoghiamo dai problemi della gente"

Dopo il presidio del 5 febbraio, durante il quale il sindaco è sceso a incontrare i manifestanti, il comitato rilancia l'appello ad un tavolo di confronto: "Se si rompe col passato può iniziare un dialogo"

“Prove di dialogo” -si legge in un documento de 'La Piazza'- così abbiamo denominato il video della manifestazione indetta sotto i Portici del Grano dal Coordinamento La Piazza il 5 febbraio scorso, conclusasi con un primo confronto con il sindaco Pizzarotti, che, a Consiglio Comunale in corso, è sceso ad incontrare i manifestanti. Più di duecento persone presidiavano i portici del palazzo del Comune per chiedere il rinvio dell'approvazione del Bilancio di previsione, in votazione nell’aula consiliare, e l'apertura di un reale confronto con la società civile, le parti sociali, le organizzazioni politiche, i gruppi di volontariato, al fine di rimettere in discussione le linee antipopolari del piano previsionale.

Il bilancio di una città, offesa da ruberie, scandali, spartizione del potere tra lobby potentissime, non poteva che derivare da una rottura inequivocabile col passato, attraverso il rovesciamento delle priorità e l'instaurazione di un metodo di governo autonomo ed indipendente, che fosse innanzitutto previsione dei costi umani e sociali della crisi, programmazione delle misure per affrontare l’imminente aggravarsi della situazione. Com’è possibile aver predisposto un bilancio di previsione in una simile congiuntura senza consultare neppure le parti sociali?

È l’ora di inaugurare finalmente coi fatti il cambio di linea. Il governo della città è stato improntato fin qui alla conservazione dello status quo, nel nome della compatibilità con gli interessi dei poteri forti. I tagli di auto blu e l’autoriduzione dei compensi della giunta non bastano. Le scelte in ordine al ripianamento dei conti pubblici non possono ispirarsi ad un crudo e malinteso pragmatismo che non tiene conto dell’esigenza d’accertare i responsabili del debito illegittimo, di recuperare il maltolto, di distinguere fra creditore e creditore.

Soprattutto non tiene conto dell’esigenza di coniugare la tenuta contabile coi diritti e le necessità elementari dei cittadini, a partire dalle fasce più deboli: la sussistenza, l’istruzione, il lavoro, la casa, la salute. E’ l’ora di definire una nuova scala di valori, una visione alternativa al vecchio “sistema Parma”. Non lo si fa andando all'inaugurazione del Ponte Nord insieme ai responsabili di quello scempio, né alla Scuola europea, scuola elitaria e classista coi suoi 700 euro di iscrizione annuale, a cui la giunta regala, giusto per tenere buoni tutti, 700.000 euro di danaro sottratto alla collettività.

Non lo si fa neppure andando al concordato preventivo con le banche creditrici per una liquidazione della società partecipata SPIP secondo un piano escogitato solo per non causare eccessiva “sofferenza del ceto bancario”; tanto meno lo si fa gettando a fondo perduto in quel pozzo altri 2,8 mln di euro di danaro pubblico a beneficio delle banche,  dopo i 100.000.000 finiti in mano agli speculatori privati grazie alla disponibilità delle banche stesse, che verrebbero garantite per i nuovi 2,8 mln con le azioni IREN del Comune, date a loro in pegno oggi e in vendita nel 2015.

Sostenendo una speculazione finanziaria senza scrupolo di privatizzare l'acqua, si finisce per infierire ulteriormente sull’equità sociale e sui beni comuni, ma si finisce anche per legittimare il recente passato, per occultare le responsabilità del disastro amministrativo e della poderosa corruzione degli ultimi quindici anni, per adempiere i programmi delle vecchie giunte rimasti in sospeso. La giunta dovrebbe esperire concretamente scelte coraggiose e in controtendenza, come promesso ai suoi elettori, e chiamare democraticamente i cittadini a sostenerle. Se si rompe sinceramente col passato, anche il dialogo tra la nuova Amministrazione e La Piazza può davvero muovere i suoi primi passi.

La Piazza è costituita da cittadini e movimenti che sono sempre stati in prima fila in tutte le battaglie civili e politiche di questi anni, che hanno costituito un presidio popolare, contrastato la svendita e la devastazione del pubblico, contribuito a tenere vivo e più coeso il tessuto sociale della comunità, svelato il volto privatistico e aggressivo di "Parma capitale, città cantiere", e hanno dato voce a quella parte di città sofferente e invisibile, tenuta ai margini della bella vetrina propugnata dalle passate giunte.

Chiediamo perciò una reale partecipazione nella elaborazione di una nuova agenda politica e crediamo che si possa iniziare a dialogare a partire dai diritti, dai problemi reali della gente, dalle urgenze delle fasce disagiate. Siamo contenti che il Sindaco, nel corso dell'incontro con La Piazza il 5 febbraio scorso, abbia assunto l'impegno d’istituire tavoli di confronto con le diverse istanze sociali e con i movimenti cittadini, e gli chiediamo di mantenere ora l’impegno, confermando il nostro interesse e la piena disponibilità".

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