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Cronaca

Polizia di Stato, 163esimo anniversario: l'anno scorso 215 arresti. Il discorso del Questore

In occasione del 163esimo anniversario della Polizia di Stato sono stati diffusi i dati relativi all'attività della Polizia a Parma e provincia: dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014 sono state arrestate 215 persone, 1.883 persone sono state denunciate a piede libero

In occasione del 163esimo anniversario della Polizia di Stato sono stati diffusi i dati relativi all'attività della Polizia a Parma e provincia: dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014 sono state arrestate 215 persone, 1.883 persone sono state denunciate a piede libero, sono state identificate più di 77 mila persone e sono stati controllati 40 mila e 851 automezzi. Nel corso del 2014 sono stati svolti 1490 servizi per manifestazioni di ordine e sicurezza pubblica per 622 manifestazioni sportive e 100 manifestazioni politico-sindacali. Il Questore Pier Riccardo Piovesana ha pronunciato il seguente discorso.      IL BILANCIO DELL'ATTIVITA'

IL DISCORSO DEL QUESTORE - "Autorità, ospiti, giovani amici, uomini e donne della polizia di Stato della provincia di Parma. Sono trascorsi 163 anni da quando nel Regno di Sardegna con Regio Decreto dell’11 luglio 1852 venne istituito il Corpo delle Guardie di P.S. Alla vigilia dell’ Unità con la legge n. 3720 del 13 novembre 1859, che divenne poi patrimonio legislativo del neocostituito Regno d’ Italia, si evidenziò il dovere di: “... vigilare per l’ osservanza delle leggi, per il mantenimento dell’ ordine pubblico, per prevenire i reati, per soccorrere i colpiti da pubblici e privati infortuni e per comporre pubblici e privati dissidi”. Tali finalità appaiono perfettamente in linea con quelle attuali che quotidianamente siamo chiamati a conseguire e che sono stabilite dall’ art. 1 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del 1931. Oggi ritengo opportuno rileggerle quasi a riconfermare gli impegni assunti da ognuno di noi con quel giuramento di fedeltà per onorare il quale molti sono i caduti - che dobbiamo sempre ricordare con deferente rispetto.

Poche righe riassumono con esemplare chiarezza ed esaustività ciò che siamo e cosa dobbiamo fare: in sintesi, definiscono le finalità istituzionali. “L’autorità di pubblica sicurezza veglia al mantenimento dell’ ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; cura l’ osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, delle provincie e dei comuni, nonché delle ordinanze delle Autorità; presta soccorso nel caso di pubblici e privati infortuni. Per mezzo dei suoi ufficiali ed a richiesta delle parti provvede alla bonaria composizione dei dissidi privati. L’ autorità di pubblica sicurezza è provinciale e locale. Le attribuzioni dell’ autorità di pubblica sicurezza sono esercitate dal prefetto e dal questore; quelle dell’ autorità locale dal capo dell’ ufficio di pubblica sicurezza del luogo o in mancanza, dal sindaco”.

Il dettato normativo riassume tutte le funzioni che la collettività ha inteso da tempo devolverci e a ben vedere esso interpreta in modo completo l’esigenza di ordine e sicurezza che sin dagli albori dell’ umanità ogni società civile ha sentito di dover soddisfare per garantirsi una civile convivenza, elemento essenziale per vivere e progredire nella libertà e nella pace. E’ una missione che implica gravi responsabilità ed un conseguente impegno professionale e personale che impone sacrifici a noi ed ai nostri cari, ai quali non potremo mai manifestare in modo adeguato tutta la nostra riconoscenza. Quando si parla del difficile e rischioso lavoro del poliziotto spesso si trascura il fatto che frequentemente dietro ad ognuno c’è una famiglia, ci sono mogli, mariti, figli che condividono la nostra vita ed il nostro destino. Siamo però consapevoli di avere l’ attenzione e l’affettuosa stima delle istituzioni e della collettività. Avvertire la simpatia, il consenso, il sostegno delle persone con cui e per cui lavoriamo si traduce in continua conferma della correttezza del nostro operato e stimolo a proseguire con sempre rinnovata e maggiore determinazione. Sotto questo aspetto, l’autorità giudiziaria di Parma costituisce un sicuro riferimento.

La Procura della Repubblica ha saputo dirigere e coordinare l’attività relativa alla polizia giudiziaria in modo ottimale, tanto che si è realizzata un’ efficace saldatura tra il momento dell’azione preventiva e quello giudiziario. La vicinanza della società intera si traduce in un costante impegno a fare sempre meglio, ad incrementare la nostra formazione e preparazione tecnico professionale, a migliorare l’apparato organizzativo secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità - anche grazie all’ indispensabile e costruttivo confronto con le nostre organizzazioni sindacali - ad affinare le procedure operative, ad ottimizzare il coordinamento con le altre forze di polizia - che abbraccio fraternamente - e ad improntare sempre il nostro agire alla più rigorosa, direi quasi puntigliosa, osservanza della legge, senza, peraltro, mai dimenticare di valutare tutto con la lente del buon senso e dell’ umanità. Anche in questo momento promettiamo un impegno totale per difendere la legge, che rimane uno dei pochi riferimenti certi cui volgersi, particolarmente in momenti storici caratterizzati da grande instabilità internazionale e mutamenti critici di portata epocale, le cui implicazioni riusciamo solo ad intravedere confusamente con estrema difficoltà.

Evidenziamo che quando gli uomini si sono dati le leggi è iniziata la civiltà. Rispettare la legge significa innanzitutto rispettare sé stessi e gli altri, significa avere l’intima coscienza si essere parte integrata e funzionale di un consesso umano consapevolmente organizzato e non di un branco, significa partecipare attivamente alla costruzione di una società nella quale non c’è posto per l’ arbitrio ed il sopruso e dove anche gli indifesi possono vivere in sicurezza e dignità. Qui penso anche alle così dette “ categorie deboli”: bambini, anziani, diversamente abili, eccetera per tutelare le quali ci siamo fortemente impegnati. Il nostro motto recita “ Sub lege libertas” ed è proprio così: non ci può essere libertà al di fuori della legge. E teniamo sempre ben presente che osservare la legge e farla osservare sono condotte che non ammettono scorciatoie o compromessi. Ne siamo fermamente convinti così come crediamo che il rispetto per la legge, direi anzi l’amore per essa debba costituire una costante condotta di vita.

Con i progetti di educazione alla legalità che svolgiamo presso le scuole stiamo intervenendo proprio su questo fronte: far comprendere ai giovani cosa significhi essere un buon cittadino e quanto sia importante vivere da persona responsabile e conscia che le proprie condotte producono sempre effetti anche sugli altri, effetti per i quali, se negativi, si è chiamati a rispondere di persona.  La ricorrenza odierna offre anche l’ opportunità di illustrare l’attività svolta dagli appartenenti alla Polizia di Stato e dal personale dell’ Amministrazione Civile del Ministero dell’Interno, che contribuisce lodevolmente a fornire la necessaria opera di supporto amministrativo nei nostri uffici. Altresì, può costituire un momento di veloce riflessione per valutare lo stato dell’ ordine e della sicurezza pubblica nella provincia, la presenza di fenomeni criminali, l’attività di contrasto volta a garantire i diritti dei cittadini ed a reprimere i reati.

Non posso quindi esimermi, anche per rendere il giusto merito ai miei apprezzati e validi collaboratori, dall’ esporre sinteticamente i molteplici aspetti dell’ attività degli Uffici periferici della provincia di Parma del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. L’azione finalizzata al mantenimento dell’ ordine pubblico si è svolta con grande impegno ed in modo egregio in quanto non si sono registrate problematiche di rilievo; tuttavia la situazione esige la massima vigilanza e si impone l’esigenza di evitare, nei limiti del prevedibile, le occasioni in cui si possano verificare turbative all’ ordine pubblico.

Occorre quindi seguire e valutare attentamente la sfavorevole congiuntura economica e la delicata fase politico-strategica internazionale che rende sempre attuale la minaccia terroristica. Va peraltro rilevato che l’ Ufficio di Gabinetto del Questore sulla base delle informazioni raccolte dalla Digos compie un’ attenta valutazione ed analisi preventiva del livello di rischio rivestito da ogni singolo evento, proponendo le iniziative ritenute più opportune, fra cui l’ eventuale presenza della Forza pubblica. Proprio questo è uno dei momenti più delicati e difficili, ma anche più interessanti e stimolanti: la contemporanea presenza di una moltitudine di fattori complessi rende necessario un notevole sforzo per individuare il giusto equilibrio tra un’attività di prevenzione finalizzata a garantire la libertà di riunione e di manifestazione del pensiero ed un’ attività di controllo e contenimento tesa ad evitare le degenerazioni e a tutelare altri diritti pure costituzionalmente sanciti.

Cura estrema è stata rivolta all’ attività di prevenzione generale e soccorso pubblico svolta dalle Volanti e dai Poliziotti di Quartiere, nonché alla vigilanza di obiettivi sensibili. Sul versante del contrasto alla criminalità lo sforzo attuato dalla Questura e dagli Uffici delle Specialità, col coordinamento a livello provinciale della Squadra Mobile, è stato notevole ed ha permesso di conseguire risultati degni di nota. I numeri in termini di reati – in calo generale -, di persone arrestate o denunciate in stato di libertà, di sequestri operati, eccetera sono evidenziati diffusamente nei prospetti statistici in distribuzione.

Questi ultimi contengono dati invero lusinghieri, che però non ci possono essere utili per valutare pienamente il risultato di tutto il nostro lavoro relativamente ai reati che non sono stati commessi grazie all’ azione preventiva. Siamo convinti che la prevenzione deve costituire il nostro principale impegno in modo da evitare per quanto possibile che il crimine provochi vittime e danni materiali. Viviamo in una società sempre più complessa ed aperta ove la capacità di movimento delle persone, delle merci, delle informazioni e delle idee si incrementa in modo esponenziale e questo ci impone non di inseguire affannosamente i mutamenti, ma di intuirli e, magari, precederli per essere pronti ad affrontarli e gestirli con la giusta posizione mentale e con strumenti corretti. Riteniamo di essere una forza di polizia moderna e perfettamente integrata in una collettività con la quale coordinarci e collaborare per conseguire sinergicamente l’ obiettivo di produrre sicurezza. 

E’ oramai cosa unanimemente riconosciuta che la sicurezza nasce in modo partecipato grazie al contributo di tutte le persone oneste, istituzioni, arrivati, associazioni eccetera che compongono la collettività. Purtroppo è opinione comune pensare che l’azione di prevenzione non sia incisiva in termini di immagine perché non colpisce l’ opinione pubblica, passando inosservata. Si tratta, infatti, di una storia che non sarà mai scritta, una storia che non ci svelerà mai quanti reati abbiamo impedito per effetto di questo misconosciuto, ma costante impegno. 

L’ attività di polizia amministrativa si è estrinsecata attraverso il rilascio di passaporti, licenze e titoli di polizia di varia natura nel rispetto dei tempi ed evitando di gravare inutilmente i cittadini con eccessivi adempimenti burocratici. Numerose procedure sono state snellite nel quadro della generale opera di semplificazione in atto nella pubblica amministrazione. I necessari controlli finalizzati alla verifica del rispetto delle norme e delle prescrizioni in materia hanno, con mia soddisfazione ma non sorpresa, evidenziato un diffuso rispetto della legge con rare e non gravi situazioni d’ irregolarità. Sul versante dell’ immigrazione si è sostenuto un rilevante impegno. Aldilà dell’ aspetto amministrativo la questione immigrazione è una priorità e viene attentamente monitorata per la sua estrema importanza. Essa indubbiamente costituisce un fenomeno politico-economico-sociale della massima rilevanza che investe tutta la società, portando con sé inevitabilmente dei cambiamenti e pertanto sarebbe miope ridurla ad un semplice problema di ordine pubblico".

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