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Cronaca

Bancari, il leader Fabi: "Diamo una risposta compatta ai banchieri"

Lando Sileoni, Segretario generale del sindacato autonomo bancari Fabi ha incontrato a Parma 40 sindacalisti del settore. Il 31 ottobre è previsto lo sciopero nazionale contro la disdetta del contratto

Lando Sileoni, Segretario generale del sindacato autonomo bancari FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari a Parma e in Italia, ha incontrato a Parma i quadri sindacali locali, per pianificare la mobilitazione all’indomani della disdetta da parte dell’Abi del contratto collettivo di categoria. L’incontro, molto vivace e partecipato, si è svolto nella sede FABI nel palazzo Pallavicino di Parma e ha visto a raccolta 40 sindacalisti, che hanno rivolto al loro leader svariati quesiti sulle vertenze all’ordine del giorno, non ultima quella nazionale.

Domande a cui il Segretario generale non si è sottratto, rispondendo in maniera puntuale e articolata. A moderare il dibattito Fabrizio Tanara, Coordinatore di FABI Parma, che conta circa 2.000 iscritti sugli oltre 120.000 nazionali. Presente anche l’ex Segretario generale della FABI il parmigiano Enrico Gavarini ed il Segretario Provinciale Mario Bertoli, oltre ai dirigenti provinciali Matteo Salsi, Pier Giorgio Gavarini, Marco Bertozzi e Alberto Mazzola.

Sileoni ha esordito ringraziando i dirigenti di Parma per il grande impegno profuso in questi anni a tutela dei lavoratori bancari e sottolineato l’importanza dello sciopero nazionale contro la disdetta del contratto, fissato il 31 ottobre prossimo. “Dobbiamo dare una risposta forte e compatta ai banchieri, perché vogliono farci rimanere senza un contratto nazionale”, ha detto il leader della FABI. “Quello dell’Abi è un atto gravissimo che lede i diritti fondamentali dei lavoratori”.

“Ancora una volta le banche vogliono scaricare sui dipendenti i loro errori di gestione”. E a questo punto il numero uno della FABI ha snocciolato i numeri: a luglio le sofferenze bancarie si attestavano a 140 miliardi di euro. Una disfatta sicuramente imputabile alla crisi, ma soprattutto alle cattive politiche di gestione del credito, che hanno spesso premiato imprese o società evidentemente prive dei necessari requisiti di solidità finanziaria.  “Gli alti dirigenti che hanno contribuito all’incremento delle sofferenze stanno tutti al loro posto”, ha attaccato il numero uno della FABI. Scelte poco lungimiranti, il cui conto si vuol far saldare adesso ai 309.000 bancari italiani.

Ma Sileoni ha puntato l’indice anche contro l’assenza di modelli vincenti d’organizzazione delle banche. Le continue revisioni dei piani industriali, infatti, non hanno modernizzato gli istituti italiani ma hanno finito soltanto per disorientare lavoratori e clientela. Il leader della FABI ha infine ricordato come da 10 anni gli interventi sul costo del lavoro rappresentino una ricetta buona per tutte le stagioni nelle banche italiane. Basti pensare che dal 2000 ad oggi sono stati prepensionati volontariamente 48.000 lavoratori e a questi se ne aggiungeranno altri 20.000 da adesso al 2020.

Tutte uscite volontarie e incentivate, a fronte delle quali i sindacati hanno ottenuto nuove assunzioni, ma che comunque hanno fatto drasticamente scendere nel giro di un decennio gli occupati del settore: passati dai  335.000 del 2000 ai 309.000 attuali. Sileoni ha poi illustrato analiticamente tutte le proposte che la FABI porterà avanti rispetto ad una nuova organizzazione del lavoro e di un nuovo modello di banca che dovrà mantenere inalterati i livelli occupazionali ed esser socialmente responsabile. Al termine della riunione il Consiglio Direttivo  della FABI di Parma ha fissato per il 7 dicembre il 20° Congresso Provinciale.

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