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Cronaca Lubiana / Strada Casa Bianca

Sgombero in via Casa Bianca. Per la famiglia di Mustapha solo l'ostello

Per la famiglia di Mustapha, con due bimbi di 10 mesi e 3 anni il Comune ha offerto una stanza in ostello. Lui chiede solo la possibilità di cucinare: ma il Comune ha confermato un netto rifiuto anche per il deposito dei mobili della casa

Sgombero imminente nella palazzina occupata di via Casa Bianca. Il Comune di Parma, targato 5 Stelle, gli ha offerto solo una stanza in un ostello, senza la possibilità di cucinare e senza prospettive certe per il futuro. Due bambini, di 10 mesi e 3 anni; Mustapha e sua moglie, occupanti da 9 mesi della casa fino ad allora disabitata di via Casa Bianca, chiedono all'Amministrazione Comunale almeno di avere la possibilità di cucinare all'interno della stanza. Stamattina nella palazzina occupata è scattato un nuovo allarme sgombero: insieme a loro anche Radia, una donna di 54 anni, a cui il Comune ha offerto il dormitorio o la possibilità di stare nella stessa stanza della famiglia, composta da due persone più due bambini,

AGGIORNAMENTI. Gli occupanti hanno deciso di rilasciare spontaneamente l'immobile ma sottolineando: "Abbiamo deciso di uscire in seguito a trattative stabilite non con il Comune di Parma che si è mostrato chiuso ad ogni nostra minima richiesta, come quella di permettere alla famiglia di Mustapha di poter cucinare per i suoi figli piccoli".

Lo sgombero è in corso: per ora si stanno svolgendo le trattative tra le famiglie, gli attivisti della Rete Diritti in Casa e i servizi sociali. Sul posto per ora solo gli uomini della Digos. Dopo l'incontro della famiglia con gli assistenti sociali la risposta è stata netta: no alla possibilità di tenere in camera un fornelletto per poter cucinare per i bambini. Questo è quanto previsto dal regolamento. No anche alla possibilità, sempre garantita fino ad oggi in caso di sgombero, di tenere i mobili in un magazzino comunale.

Se in altre città, come Ancora e Roma, il Movimento 5 Stelle solidarizza con le occupazioni a scopo abitativo -per esempio nel caso dello sgombero della Casa de 'Nialtri ad Ancona e con la visita agli attivisti romani agli arresti domiciliari- a Parma la reazione è opposta. "Nessuna trattativa" aveva sottolineato l'assessore Rossi. E stamattina questa dichiarazione ha avuto conseguenze concrete.

Grazie alla Caritas una delle tre famiglie ha ottenuto la possibilità di entrare in una casa messa disposizione dall'associazione ed ha lasciato i locali occupati: è già entrata nella nuova abitazione. Quando il 21 gennaio ci fu il primo presidio antisgombero la figlia di Abdul era nata da pochi giorni, si trovava nella casa occupata.

Radia è cittadina italiana, è in Italia da vent'anni. Dopo tanti anni con un regolare affitto si è ritrovata, a causa di problemi di salute, a perdere uno dei due lavori che svolgeva: effettuava la pulizie all'interno del supermercato Esselunga ma ad un certo punto non ce l'ha più fatta. Così il marito è tornato in Tunisia e lei ora si ritrova sola a Parma, senza la possibilità di pagare un affitto. "Faccio le pulizie per due professionisti parmigiani, guadagno circa 400 euro al mese lavorando quattro ore al giorno. Devo ringraziarli perchè mi hanno dato la possibilità di avere il primo permesso di soggiorno".

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