Statuto dei lavoratori, Uil: "L'articolo 18 è un reperto da museo"
La Uil ricorda la ricorrenza dello statuto dei lavoratori e sulla legge 18, sottolinea: "L’ultima legge sul Jobs Act ha praticamente cancellato il suo articolo più significativo e carico di tensione, l’articolo 18, sulla tutela in caso di licenziamento illegittimo"
La Uil attraverso un comunicato diffuso ricorda il "compleanno" della legge 300. "E' universalmente nota come Lo Statuto dei lavoratori. Vale per le aziende oltre i 15 dipendenti e si compone di soli 41 articoli, divisi in 6 titoli; è nata il 20 maggio 1970, voluta dai governi di centro sinistra, a favore del mondo del lavoro che non era riuscito ad agganciare i vantaggi, soprattutto economici, dalla fase eccezionale di crescita e di boom economico del Paese. Eppure, nonostante ciò, la legge non affronta i temi tradizionali del lavoro, quali il salario o l’orario, ma parla di libertà e di dignità, che in quegli anni dovevano essere concetti piuttosto all’avanguardia. L’ultima legge sul Jobs Act ha praticamente cancellato il suo articolo più significativo e carico di tensione, l’articolo 18, sulla tutela in caso di licenziamento illegittimo, da sempre accusato di essere un ostacolo alla crescita, alla competitività, agli investimenti, quando sappiamo bene che gli handicap del nostro Paese sono altri, quali l’evasione fiscale, la corruzione, la deindustrializzazione. La strada per l’eliminazione dell’art. 18 parte da lontano. Già con la legge Biagi, la 276/2003, che ha introdotto varie tipologie flessibili di assunzione, aveva perduto della sua importanza. La legge Fornero, la 92/2012 fornisce alle aziende ulteriori aperture sulla libertà di licenziamento in particolare quelli per motivi economici o organizzativi. Oggi, per ciò che ne rimane, l’articolo 18 è un reperto da museo, un prezioso reperto però, perché nei suoi quarantacinque anni di vita, ha seminato in modo indelebile nella coscienza collettiva la consapevolezza che lavoro vuol dire tutele e diritti, principi nobili su cui si fonda la nostra Costituzione. Quello che gli è stato tolto dalle leggi e soprattutto dalla crisi, il mondo del lavoro se lo riprenderà, con pazienza e costanza, attraverso i contratti di lavoro, la bilateralità, la partecipazione".