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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La Befana, tradizioni e leggende: tutti gli eventi a Parma e provincia

Secondo la tradizione italiana e di alcune parti nel mondo la Befana, raffigurata come una vecchia che vola su una scopa, fa visita ai bambini per riempire le calze lasciate appese sul camino

IL TERMINE
La Befana, corruzione lessicale di epifania (da cui anche “Pefana”) attraverso bifanìa e befanìa, è una figura tipica di alcune regioni, diffusasi poi in tutta Italia. La Befana appartiene alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie.

LA TRADIZIONE POPOLARE
Secondo la tradizione italiana e di alcune parti nel mondo la Befana, raffigurata come una vecchia che vola su una scopa, fa visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio (la notte dell'epifania) per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese sul camino o vicino a una finestra. Inoltre, in molte case, per attirare benevolmente la befana, è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui possa ristorarsi: generalmente si tratta di un mandarino, un'acciuga, un pezzo di aringa affumicata o qualche cipollina sotto aceto e un bicchiere di vino rosso. Nel caso i bambini siano stati buoni, il contenuto delle calze sarà composto da caramelle e cioccolatini, farfamelle alla frutta, mandarini, noci, frutta secca e piccoli regali, in caso contrario conterranno carbone, (oggi si usa un preparato in zucchero colorato di nero a forma di carbone e molto duro da masticare). Spesso la befana viene descritta come una vecchia, che vola su una scopa e ha una borsa o un sacco pieno di ogni squisitezza, regali per i bambini meritevoli, ma anche di carbone per i bambini che non sono stati buoni durante l'anno.

SIMBOLI E LEGGENDE
L'origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell'anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l'inizio dell'anno lunare.

Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (=sazietà) o Abundia (= abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.

L'aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell'anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia, oppure il Falò del vecchione che si svolge a Bologna a capodanno). In molte parti d'Italia l'uso di bruciare un fantoccio a forma di vecchia o di segare un fantoccio a forma di vecchia (in questo caso pieno di dolciumi), rientra invece tra i riti di fine Quaresima, sempre con il significato di porre fine all'anno vecchio.

In quest'ottica l'uso dei doni assumerebbe un valore propiziatorio per l'anno nuovo.

Un'ipotesi suggestiva è quella che collega la Befana con una festa romana, che si svolgeva all'inizio dell'anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine "strenna") e durante la quale si scambiavano regali.

La Befana si richiama pure ad alcune figure della mitologia germanica, Holda e Berchta, sempre come personificazione della natura invernale.

Secondo una versione "cristianizzata", i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

BEFANA: TUTTI GLI EVENTI A PARMA E PROVINCIA

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