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La truffa

Vende la sua auto sportiva ma l’assegno che riceve è falso: denunciati quattro rumeni

Le indagini dei carabinieri portano a individuare l’utenza telefonica utilizzata per la trattativa, analizzare il tabulato telefonico ed alla fine a dare un nome e cognome ai volti dei quattro

E’ una truffa vecchia come il mondo quella di pagare il venditore con un assegno falso, ma se ben architettata funziona sempre. Questa volta è accaduto a Parma ed ha avuto come vittima un 31enne fidentino di origini rumene che dopo aver messo in vendita la sua autovettura su un sito e-commerce specializzato è stato contattato da una connazionale con la quale, dopo una breve trattativa,  ha fissato un appuntamento a Parma per concludere la vendita. 

All’appuntamento si è presentata la sedicente acquirente in compagnia di altre tre persone, due uomini ed una donna, tutti di origini rumene, tutti estremamente entusiasti di concludere l’affare e tornare a casa con l’auto dei loro sogni.

Il venditore, e la donna, dopo aver formalizzato il passaggio di proprietà presso un’agenzia di pratiche auto, si sono recati ad uno sportello ATM della zona dove il venditore ha versato l’assegno appena ricevuto. A questo punto i quattro neo possessore di una splendida auto sportiva, sono saliti a bordo ed hanno lasciato il venditore, fino a quel momento soddisfatto del risultato ottenuto.

Ma il passaggio dalla soddisfazione alla disperazione è stato breve, il giorno dopo l’uomo è stato avvisato dalla sua banca che l’assegno versato non poteva essere pagato in quanto falso. All’uomo non è rimasto altro da fare che rivolgersi ai carabinieri di San Pancrazio  e denunciare l’accaduto.

Partono immediate le indagini, i carabinieri acquisiscono le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza presenti in zona, individuano l’utenza telefonica utilizzata per la trattativa, analizzano il tabulato telefonico  ed alla fine danno un nome e cognome ai volti dei quattro malfattori. Sono tutti di origine rumena, di un’età compresa fra i 23 ed i 25 anni, noti alle forze dell’ordine perché gravati da precedenti di polizia per analoghi reati commessi con analogo modus operandi su tutto il territorio nazionale.

A conclusione delle indagini i quattro, due uomini e due donne, sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Parma perché ritenuti responsabili in concorso del reato di truffa.

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