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Pablo, la giunta torna in quartiere. I residenti: "Non è stato recepito nulla"

Primo incontro con polemiche per il nuovo ciclo de 'Il Quartiere che Vorrei'. La partecipazione c'è stata, ma è mancata la soddisfazione del pubblico. "In via Savani spaccio e prostituzione sono un'emergenza"

La partecipazione c'è stata, ma è mancata la soddisfazione del pubblico. Ieri sera, i residenti del quartiere Pablo si aspettavano qualcosa in più dall'incontro con la Giunta che più di cinque mesi fa ha dato inizio al progetto "Il quartiere che vorrei", raccogliendo i problemi e le esigenze dei cittadini, e che oggi avrebbe dovuto restituire loro delle risposte concrete. E' stato proprio il Pablo ad aprire il nuovo ciclo di incontri che si terranno nei 13 quartieri della città fino al 4 giugno, ma sembra che non sia stato l'inizio che tutti volevano.

Sul palco, nella sala interna della parrocchia di Santa Maria della Pace, il vicesindaco Nicoletta Paci, l'assessore al commercio Cristiano Casa, l'assessore alle politiche sociali Laura Rossi e il comandante della polizia municipale Patrizia Verrusio, hanno provato a spiegare cosa era possibile fare e cosa invece non poteva essere attuato delle varie proposte a loro giunte dai residenti. Lo spostamento del mercato da viale Osacca a piazzale Pablo, ad esempio, non si può fare: "Per portare le colonnine di acqua e luce che mancano nel piazzale servono 90mila euro - ha spiegato Casa - e al momento non è possibile impiegare queste risorse. Bisogna rivitalizzare il piccolo commercio di quartiere, il problema è che sono stati aperti molti centri commerciali in città e il momento non è dei migliori". Sul problema che riguarda la scarsa illuminazione, invece, Casa ha precisato che si sta facendo un percorso di censimento e poi si prenderanno decisioni in base alle risorse necessarie.

"Ci aspettavamo qualcosa in più - ha commentato Simona -. Io c'ero anche al primo incontro e pensavo di trovarmi di fronte a una Giunta che ascoltasse i problemi dei cittadini, invece vedo che non è stato recepito nulla di quello che abbiamo proposto. Per esempio per il commercio avevamo chiesto la realizzazione di cartelli che potessero segnalare meglio la presenza dei negozi del quartiere, invece stasera ci è stato detto che la colpa è dei nuovi centri commerciali e del periodo".

Anche dal neo insediato comandante della municipale non sono arrivate risposte confortanti: "Qualcuno ha chiesto l'istallazione di telecamere, ma il primo problema è rappresentato dal Garante della privacy quindi deve esserci una necessità obiettiva perché le telecamere possano essere installate, non solo la paura o il timore. Invece per quanto riguarda il vigile di quartiere penso che in tempi brevi farò una proposta per servizi a rotazione che garantiscano la loro presenza ovunque. Resta da fare una precisazione: quando il cittadino incontrerà il vigile sicuramente gli sottoporrà un problema, ad esempio una buca, e quando vedrà che la buca è ancora lì per mancanza di risorse sia il residente che il vigile saranno frustrati, lo dico perché voglio che facciate i conti anche con questi aspetti".

Infine sugli aspetti legati al welfare è intervenuta l'assessore Laura Rossi che ha proposto il progetto "Repartenza" come punto di inizio per la costruzione partecipata di una cittadinanza attiva. "Il Comune avvierà il progetto in collaborazione con la Fondazione Cariparma, Forum solidarietà e Consorzio solidarietà sociale. Possiamo immaginare tre o quattro luoghi fisici, come le ex circoscrizioni o i laboratori famiglia, che si trasformerebbero in laboratori di comunità. Inoltre - ha spiegato la Rossi - ci sarà un incrocio tra le risorse delle famiglie e dei volontari, e i bisogni del quartiere". Ma è stata poca la soddisfazione anche per il suo progetto che una residente ha definito: "titanico e difficile da attuare". Alla fine non sono mancate le proposte per nuovi luoghi di aggregazione per giovani e qualche precisazione sulla modalità di assegnazione delle case del Comune.

Poi la parola è passata ai residenti, i veri protagonisti della serata. Sono bastati un paio di interventi che sottolineavano il problema della sicurezza per capire che alcune delle richieste fatte nel corso del primo incontro, nel mese di ottobre, non aveva ricevuto una risposta adeguata. "In via Savani lo spaccio e la prostituzione sono un problema serio - spiega uno dei residenti - e bisogna intervenire per la sicurezza dei cittadini".

La replica della Verrusio è arrivata immediata e ha dato il via alle polemiche: "La prostituzione in Italia non è reato - ha detto il comandante dei vigili - quindi non possiamo intervenire sul problema. Poi non ho mai sentito di un uomo che è stato aggredito da una prostituta". I toni si sono abbassati con l'intervento del vicesindaco che ha ripreso in mano la situazione spiegando i passi successivi dell'incontro: la costituzione di un gruppo di lavoro, composto da cittadini sorteggiati, che elaborerà un modello di partecipazione che poi verrà valutato in commissione. A quel punto, però, alcuni residenti erano già andati via e sui volti di quelli rimasti la partecipazione andava diminuendo.

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