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Pari d'oro in sofferenza: il Parma tiene alla larga le inseguitrici

Segnano Benedyczak e Verdi, poi succede poco. Alla fine fa di più il Como, ma quanto spreco nel primo tempo per i crociati di Pecchia, che portano a casa un punto importante. Eguagliato il cammino del Frosinone dell'anno scorso, nello stesso numero di giornate

Il Parma mantiene la distanza di sicurezza dalle inseguitrici e si fa andare bene anche il pareggio a Como, campo sul quale Pecchia, alla guida della Cremonese, era entrato nella storia traghettando i grigiorossi in Serie A dopo 26 anni. Don Fabio può tirare una linea anche su questa partita, cancellandola dall'elenco di quelle che mancano e che separano il suo Parma dall'obiettivo promozione. +7 sulla seconda, +8 sulla terza. È finita 1-1 sul Lago, una partita aperta dal nono gol di Benedyczak in questo campionato, ripresa da Verdi dopo un errore in fase di disimpegno della retroguardia crociata. Dopo poche emozioni, qualche sussulto e un punto che ingrossa il fatturato. Da Como, l'anno scorso, a Como, quest'anno: 75 punti, 25 gol, 22 vittorie e 9 pareggi. Un cammino imponente che eguaglia quello del Frosinone l'anno scorso. Con questo ritmo, il Parma può diventare campione a metà aprile. Intanto fa un altro passo verso al Serie A, che è lì ad aspettare il ritorno dei crociati.

Centoventi secondi: tanti ne sono serviti al Parma per sbloccare il big match contro il Como e mettersi in una posizione di comfort. Le frecce di Fabio Pecchia si sono infilate, dal minuto due e con una certa continuità, nel fianco sinistro dei padroni di casa, lasciato scoperto per larghi tratti del primo tempo. Davanti a Man (che ha sprecato un paio di volte il raddoppio) e compagni si sono aperte praterie, prese d’assalto dai purosangue di don Fabio che hanno conquistato velocemente campo e portato la partita sui propri binari preferiti. Al 2’, dopo un primo sfogo del Como, Mihiala ha corso indisturbato per parecchi metri prima di recapitare il pallone sui piedi di Adrian Benedyczak che ha segnato il suo decimo gol in stagione, il nono in campionato e il secondo consecutivo. L’1-0 sta stretto al Parma che, nei primi 23 minuti assalta il fortino di Fabregas almeno in tre occasioni. Ma i cowboy di KK sono troppo clementi e lasciano in vita un Como traballante. Che, al 24’, trova però il pari su errore della difesa del Parma. Chichizola non è preciso nel servire Circati: nel tentativo di verticalizzare, il difensore trova un avversario. Intercetto e servizio per Verdi che di prima intenzione gela il portiere argentino. Al primo vero pericolo, i lariani trovano una breccia e lasciano il segno. Il Como è squadra a cui piace giocare, attacca con molti uomini e non sempre riesce a trovare le giuste contromisure per coprire tutto il campo. Pecchia accetta che il pallone lo tengano gli altri, perché appena può sa di potersi distendere con i tre la davanti. La scelta di giocare senza una prima punta fisica, per togliere i riferimenti alla difesa del Como, si è rivelata una buona mossa. Il Parma ha concluso, a fine primo tempo,  nove volte verso la porta di Semper che si è distinto su un paio di tentativi di Dennis Man, al quale è mancata la freddezza in zona gol. A Verdi e compagni è andato il possesso palla (54%) ma i ragazzi di Pecchia hanno costruito le palle gol più nitide del primo tempo e, se chiudi con 15 tocchi in area di rigore e segni un gol solamente, c’è qualcosa da rivedere. Molto aveva sciupato il Parma anche contro Venezia e Cittadella, ma gli era andata bene. 

All'intervallo Pecchia lascia Man negli spogliatoi, chiama Partipilo e sposta Benek definitivamente sulla destra per dare all'ex Bari lo spazio per esprimersi a sinistra. La partita non si accende, il Parma non ha bisogno di forzare i ritmi, aspetta sempre il Como cercando di infilarlo in contropiede occupando gli spazi lasciati liberi dai lariani. Sohm durante una galoppata che poteva sfruttare meglio, rimane coinvolto in uno scontro di gioco e lascia il campo a Estevez. Bernabé avanza di una ventina di metri e si avvicina alla porta. Al 70' finisce la partita di Benek, dentro Coulibaly nell'inedita posizione di esterno d'attacco. La partita vive sul filo sottile dell'equilibrio, si ha la sensazione che possa spezzarsi da un momento all'altro. Ma serve una giocata. Che non arriva. Pecchia prova a pescarla dalla panchina, con Charpentier e Cyprien per Mihaila e Bernabé, abbastanza in ombra. Non succede più nulla, posta divisa. Il Parma è più felice del Como e mantiere intatte le distanze dalle insegutrici. 

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