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Parma, c'è il problema del gol, ma ora hai un Palladino in più: da "esubero" ad arma tattica

L'attaccante ha trascorso mesi bui, tra infortuni, malumori e quella fiducia che non gli poteva essere accordata per via della sua fragilità. E dopo un mercato trascorso con la valigia sempre pronta per la partenza, cerca di affermarsi

Peccato che le partite durino più di 45' minuti, recupero incluso. Se così non fosse, il Parma avrebbe sicuro qualche punto in più, coronato di sorrisi, visto che le vittorie sarebbero maturate contro Roma, e Fiorentina con un Donadoni di sicuro più contento perché, oltre ai punti, il mister è solito guardare alla prestazione. E che prestazione, soprattutto nel primo tempo di Firenze, dove, al cospetto di un avversario decimato sì dalle assenze, (che a gara in corso perde anche Rossi), ma più forte, il Parma non si è affatto fatto piccolo piccolo, anzi, ha costretto i viola ad indietreggiare, annichilendo l'avversario fino a stordirlo, sì, solo stordirlo, con un sinistro, quello di Gargano, che si è infilato alle spalle di Neto e ha coronato una prestazione magnifica. E gli altri 45'? Peccato che ci siano pure quelli, avrà pensato Donadoni tra sè e sè, perché è lì che il Parma deve migliorare e imparare ad essere più cinico, in quel frangente che rischia di diventare una costante di questa stagione, dato che nelle prime sei giornate, si è ripetuta almeno tre volte in maniera limpida contro Roma, (1-0 gol di Biabiany), Atalanta (4-2 al riposo) e Fiorentina appunto (0-1) dove i primi tempi erano stati condotti in maniera positiva senza infliggere il colpo del k.o. Solo a Catania il Parma era stato in grado si invertire la rotta, seppur di pochino, della gara, portandola dalla sua parte ma senza graffiare più di tanto. Un problema che accomuna tutti gli attaccanti, dato che in sei partite, solo un gol degli otto messi a segno, è arrivato da un attaccante. Saranno pure bravi gli altri a inserirsi - per dirla alla Leonardi - ma il problema in avanti eseste. Amauri, nel suo peggiore inizio di stagione, si è limitato a giocare troppo per la squadra, con sponde e lotte nelle difese avversarie; le due giornate di squalifica di certo non hanno aiutato, ma c'è da dire pure che è stato servito poco e male. Sansone gioca con il conta gocce. Cassano fa quel che può e, a volte, quando gli si accende la lampadina, ti porta pure a stropicciarti gli occhi, ma è discontinuo. 

Contro la Fiorentina una delle sue gare più interessanti, anche tatticamente. E' stato bravo a divincolarsi e a cercare spazi giusti nei quali agire, e a imbeccare gli inserimenti dei centrocampisti che lo seguono a ruota con tutto il reparto che ne ha beneficiato. Compreso Palladino, uno che con i piedi ci sa fare. Durante il mercato è stato più volte vicino a lasciare, tra le richieste di squadre cadette e le esigenze del Parma di piazzarlo da qualche parte per risparmiare su un ingaggio elevato. Poi la svolta e quel "gesto d'amore" che lo ha portato a ridursi lo stipendio e a puntare i piedi perché Raf vuole dimostrare qualcosa alla gente di Parma e alla società che ha creduto in lui. E senza guai fisici, davvero può dimostrarsi utile alla causa. Donadoni lo aveva detto di credere su Palladino, in un modulo come quello e nel suo modo di pensare calcio, Raffaele può dimostrare di essere l'uomo in più. Mobile, ha il tocco del 10 e sa giocare per la squadra, svaria sul fronte e favorisce gli spazi per gli inserimenti, proprio come vuole il mister e, all'occorrenza, sa fare anche l'attaccante. 

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