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ESCLUSIVA | Pippo Savi, dalla Coppa Uefa al Lentigione: "Grazie Parma, ma ora vinco io"

L'ex centrocampista crociato si racconta a Parmatoday.it: "Se gioco ancora a calcio lo devo ai medici del Parma. Vorrei laurearmi, mi mancano quattro esami, ma prima batto Apolloni. Se segno non esulto. Che brividi per quello spareggio..."

“Scusi se non ho potuto incontrarla prima, ho finito di lavorare tardi…”. Prima di sederci al tavolo e parlare di Filippo Savi, conosciamo subito una persona umile e disponibile, un ragazzo forte d’animo e che di certo non ha perso di vista i valori che contano veramente. Lui a calcio ha giocato davvero, (semifinale di Coppa Uefa ad esempio) ma la testa è rimasta quella di un tipo a posto, che, nonostante quello che ha passato, ha ancora voglia di mettersi in gioco e vivere il pallone come una passione. “Quando poi l’intervista sarà online mi manderà un sms per avvisarmi? Io non ho Facebook e non uso Twitter, sono un po’ atipico, non vado dietro ai Social”. Che tipo questo Savi, uno che dopo quattro interventi al ginocchio, non ha certo perso il sorriso e la voglia di giocare a calcio. Poteva diventare un grande, era un predestinato, ma qualcosa è andato storto. In questa settimana un po’ particolare per lui, perché il suo Lentigione affronta il suo Parma, Filippo cerca di allontanare la tensione buttandosi a capofitto sul lavoro: “Mi occupo del controllo di qualità in una nota azienda alimentare. Purtroppo non sono laureato, ma mi mancano quattro esami. Voglio finire nel più breve tempo possibile ma le assicuro che lavorare, studiare e giocare a calcio non è facile. L’anno prossimo vorrei prendermi la laurea perché così vado a completare un percorso iniziato tempo fa. Ora voglio pensare al calcio ancora per un po’…”.

Diciamolo pure, non sarà una partita come le altre …

“Per me non sarà una partita come le altre, sarà una gara speciale. Sicuramente. Giocare contro la squadra della mia città, la squadra che mi ha curato tutti i problemi che ho avuto … Non mi ci faccia pensare, dai.  Troveremo di fronte un gruppo forte, il più forte del campionato, sicuramente. Dovremo impegnarci e tirare fuori il 300%”.

Come state preparando la gara?

“In maniera normale, come tutte le settimane. Continueremo a fare quattro allenamenti, come abbiamo sempre fatto. Dal mio punto di vista sto cercando di non pensarci tanto, io speravo di non incontrare il Parma, sinceramente, perché volevo si salvasse. Poi quando ho visto quello che è successo ho provato dei sentimenti contrastanti: il fatto di giocare contro una grande squadra mi ha fatto sentire ancora un giocatore di calcio. Sono molto dispiaciuto per le vicende che sono successe questo inverno, tifo sempre Parma, ma giocare contro di loro sarà un’emozione unica”.  

Come comincia la storia di Filippo Savi?

 “Ho vinto lo scudetto Allievi con il Parma, a 17 anni sono entrato nella prima squadra, ho subito due interventi alle ginocchia da giovanissimo, lesione del legamento crociato anteriore, di quello collaterale e del menisco, con successivo intervento. Poi nel dicembre del 2005 il legamento del crociato sinistro comincia a scricchiolare, in un'amichevole contro il Traversetolo. Nell’ottobre 2009 lesione di 1 cm alla cartilagine del ginocchio sinistro e nel maggio 2010 l’ultimo intervento. Che male. Ma non ho mai pensato di mollare. Ho girato un po’ in C1 (Spal, Monza, Arezzo), poi sono tornato a Parma e con Guidolin ho fatto ritiro. Ho avuto gli altri due interventi che le ho raccontato e non riuscivo a venirne fuori, sembrava uno scherzo del destino. Il Parma mi ha curato e mi ha cresciuto. Se oggi gioco ancora è grazie ai medici del Parma”.

Parliamo di calcio. Come si batte il Parma?

“Il Parma si batte limitando i loro giocatori offensivi e cercando di non fare costruire il gioco ai loro centrocampisti, che sono fortissimi. Noi dovremo sfruttare le palle inattive e le rare occasioni che avremo”.

Non è che parte già battuto?

“Macché. Non firmo neanche per il pari, ce la dovremo giocare fino alla fine. Se finirà in pareggio è chiaro che esulteremo, come no. Ma non firmo per il pari prima della gara”.

E se segnasse?

“Mah, non segno mai, non ci ho proprio pensato (ride ndc). Sicuramente non esulterei”.

Chi sono gli allenatori a cui è rimasto più legato a Parma?

“Io sono legato a molti allenatori, ho avuto la fortuna di avere dei grandi professionisti. Ballardini, Carmignani che per noi ragazzi era un po’ un padre. Ci trattava come i suoi figli, questo ci ha aiutato. Mi sono trovato bene con Beretta e con Baldini. Per dirle, un giorno, sono andato a casa sua al mare, mi ha fatto conoscere sua figlia, gravemente malata, mi ha trattato come uno di famiglia. Questo gesto mi è rimasto nel cuore”.

Che ricordi ha del Parma?

“Solo belli. Ho avuto la fortuna di salvarmi contro il Bologna, vedere una città intera in festa… Se ci penso mi viene la pelle d’oca. Va beh, ho giocato a Mosca la semifinale di Coppa Uefa contro il Cska. Non è da tutti”.

Che giocatore è Filippo Savi?

“Io penso di essere un centrocampista centrale che si adatta a fare altri ruoli, che fa tutte e due le fasi con impegno e dedizione, penso di essere dotato di intelligenza calcistica e conosco i miei limiti e le mie qualità”.

Ha qualche amico nel Parma attuale?

“Ho visto Ale un po’ di tempo fa, abbiamo mangiato insieme. Non lo chiamo, non lo voglio disturbare. Lo vorrei battere, certo (ride ndc). Conosco Apolloni, Minotti ad esempio mi ha fatto il primo contatto da professionista, sono legato a loro ma domenica voglio vincere. Oltre allo staff sanitario che è rimasto sempre lo stesso e mi ha rimesso in piedi, a Parma è cambiato tutto. Dei nuovi conosco solo Miglietta e Lauria, abbiamo giocato insieme ad Arezzo”.

Come finisce Lentigione-Parma?

“Non lo so, so solo che noi siamo come una piccola famiglia, sono affezionato alle persone e darò tutto per il Lentigione”.

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