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Nuovo Tardini, c'è il nodo concessione

Nel progetto definitivo per il restyling del Tardini il Parma ha chiesto 90 anni, il Comune non vorrebbe andare oltre i 60 anni

Ore 10:59, il progetto definitivo per il restyling dello Stadio Tardini arriva via Pec negli uffici comunali. Si è chiuso oggi un percorso iniziato nel 2021, che rappresenta una tappa fondamentale per il presidente Krause e per il club  legato da identità e senso di appartenenza alla città. Ne comincia un'altra, ben più lunga e delicata. Un cammino che, nel giro di due anni, dovrebbe dotare il Parma di una nuova casa, contemporanea, rispettosa della vocazione storica del Tardini, sostenibile e inclusiva. 

Il prossimo passaggio vedrà la convocazione della Conferenza dei servizi che dovrà esprimersi entro sessanta giorni. Prima dovrà portare tutte le prescrizioni e le osservazioni che riterrà di portare al progetto, con la società proponente (il Parma, in questo caso) che dovrà adeguarsi a queste prescrizioni che la Conferenza porrà. Il nodo più grande sembra essere quello legato alla concessione. Il Parma ha chiesto nel progetto definitivo di averla per novant'anni, ma il Comune non vorrebbe andare oltre i 60. Sarà questa la prima osservazione che la giunta porterà in Conferenza dei Servizi chiedendo di poter modificare la richiesta alla società. Bisognerà trovare un punto di incontro: Krause dovrà abbassare le 'pretese' e accettare quello che proporrà il Comune, altrimenti toccherà alla giunta fare un passo verso le richieste del club. Intanto il sindaco di Parma, Michele Guerra, si è detto soddisfatto dopo aver ricevuto il progetto definitivo. "Lavoreremo perché tutto possa andare nella direzione che l’Amministrazione auspica e ritiene migliore per la città. Il progetto è complesso, articolato e serio. Ringrazio la Società per il lavoro svolto e sono certo continueremo a collaborare in un clima di serenità e condivisione". 

Adesso tocca al Comune gestire, il Parma aspetta consapevole di aver fatto tutto quanto fosse nelle sue facoltà. Dal progetto partecipativo, con discussioni e tavoli di confronto di fronte alla popolazione, fino all'ultimo step. Ha rivisto il progetto, cercando di renderlo meno energivoro possibile. Ha optato per l'utilizzo di materiale sostenibile, a una copertura coibentata che trattiene il calore calando il progetto all'interno di quella che diventerà una "Comunità energetica" in totale autonomia. Le facciate esterne prendono spunto da quella del Palazzo della Fondazione Prada a Milano e sono in schiuma di alluminio. Da lontano, danno l’illusione ottica di essere sottili pannelli di cemento fatto di un metallo leggerissimo. Uno stadio all'avanguardia che avrà sedute più larghe, maggiore accessibilità, soprattutto per i diversamente abili, e più servizi: dai bagni, ai locali per la ristorazione, a quelli per famiglie e bimbi. L'idea cromatica dei muri esterni potrebbe vedere favorito il verde, ma ancora nulla è deciso in questo senso. Così come nulla è deciso per quanto riguarda la residenza di uno stadio temporaneo che, nelle volontà del Parma, dovrà sorgere in provincia per evitare ai tifosi lunghi spostamenti nelle gare interne. Replicare quanto fatto a Cagliari, con una struttura temporanea realizzata in prefabbricati rivestiti con pannelli in legno e plastica per una capienza di 15, 16mila persone. Resta da capire se questa dovrà sorgere su un prato già esistente o se bisognerà trovare uno spazio sul quale ricrearne uno ex novo. L'ipotesi più accreditata resta quella di Fidenza, ma non è l'unica. 

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