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Vaeyens: "Mercato? Scelte condivise e questa squadra può andare in Serie A"

Il Managing Director Sport del Parma: "Pecchia voleva un centrocampista? Ogni allenatore vuole calciatori, ma dobbiamo rispettare il budget. Tuttavia sono contento del gruppo che abbiamo. Lavoriamo per Inglese e Cyprien in uscita. Charpentier? Si è rifatto male"

Era il 10 maggio quando Roel Vaeyens scendeva dal taxi per mettere piede a Parma. Aria nuova, volti nuovi per il dirigente belga, alla prima esperienza fuori casa e comprensibilmente attorniato da grandi aspettative. È il terzo manager sportivo dell'era Krause. Il quarto da quando il presidente è sbarcato a Parma. Dopo Carli, lo hanno preceduto Ribalta e Fournier. Il breve interregno del francese ha fatto da anticamera all'arrivo del belga. Il primo contatto con la città in primavera: un albergo nella zona stazione. Check in, poi di corsa a Collecchio, destinazione Mutti Training Center. Stesso posto dove oggi, 126 giorni dopo il suo arrivo, ha incontrato ufficialmente i giornalisti per quella che inizialmente doveva essere una conferenza stampa che poi non è stata. No telecamere, niente microfoni, tante domande, altrettante risposte in un dibattito serrato servito all'ex Club Brugge per presentarsi agli operatori dell'informazione e tracciare un primo bilancio a distanza di quattro mesi dal suo arrivo. Il tentativo di team building, così come è stato denominato in seguito (un po' tardivo a dirla tutta), è riuscito seppure sia stato rimandato di qualche mese. Ma tant'è, ogni società ha i suoi tempi, le sue filosofie, i suoi modi di pensare. Al Parma, da qualche anno a questa parte, tutto sembra essere spinto da un vento di innovazione che soffia su una società sempre più strutturata come un grandissimo club. L'ambizione è altissima, ma per la completa rivoluzione serve tempo. I risultati forse arriveranno, forse no: non si può pensare di stravolgere l'intera filosofia di un paese che - come ha precisato Vaeyens - respira calcio, mangia calcio tutti i giorni. Il rischio che l'esperimento non riesca c'è. Nello stesso tempo, questo vento nuovo sembra infatti stia separando l'anima (tifosi e ambiente Parma) dal corpo (società). Impressioni. 

Sono positive quelle di Roel Vaeyens dopo il mercato estivo, una finestra impegnativa per il dirigente belga che intanto, in questi quattro mesi, ha avuto modo di assaporare il calcio italiano. "Sono state confermate le sensazioni che avevo: campionato difficile, dove non c'è garanzia di vittoria e dove non ci sono favorite. Prima del mio incarico conoscevo già il campionato italiano. Ho visto tante partite, non solo del Parma, e posso dire che si tratta di una lega altamente competitiva, dove ogni gara è molto dura; non c’è una differenza marcata tra le squadre. Anche chi è retrocesso dalla Serie A trova delle difficoltà. Non c’è una favorita. Io posso dire che non sarà una stagione facile, ma garantisco che combatteremo in ogni partita per soddisfare la nostra ambizione. Dobbiamo dare sempre il cento per cento ed essere preparati. Vogliamo arrivare in Serie A, chiaro. Anche se volere non significa riuscirci. Non ci sono garanzie nel calcio. L'unica via è quella di lavorare duro, ogni giorno, migliorando nei vari ambiti: da quello sportivo a quello medico. La filosofia del Parma non è cambiata: l’obiettivo è quello di vincere, facendo giocare il più possibile i nostri giovani".

Per il Managing Director Sport del Parma, la missione è complicata ma non impossibile. Vaeyens è convito di una cosa: "Questa squadra, oggettivamente, è più forte rispetto a quella dello scorso anno. Ha più qualità. Io, personalmente, sono molto contento della squadra che abbiamo". E pazienza se, secondo Pecchia, manca un centrocampista: "Chiaro che un allenatore che vuole vincere chieda giocatori. A dirla tutta, Pecchia prima di esternare questa mancanza aveva anche detto di essere contento del mercato fatto. Ogni scelta è stata concordata a tutti i livelli. Dopo Cagliari ci siamo seduti, abbiamo parlato e prefissato degli obiettivi di mercato. Li abbiamo raggiunti tutti, seppure con qualche piccola variazione. Così com'è - spiega Vaeyens - il gruppo può realizzare l’ambizione del club che è quella di arrivare in Serie A. Sono contento della squadra che ho anche se nessuno può avere la garanzia di poter vincere. La problematica maggiore è questa: siamo in Serie B e non sarà facile risalire perché sono tante le squadre che hanno la nostra stessa ambizione. La parte difficile del mio ruolo è a riuscire a combinare le necessità a breve termine con quelle a lungo termine. Bisogna lavorare su un miglioramento continuo a lungo termine: questa è la sfida maggiore. C’è il desiderio forte di tornare in Serie A ma tutte le parti devono lavorare per migliorare. Una settimana dopo Cagliari abbiamo avuto un meeting con tutte le parti: area tecnica, area Performance & Analitycs, area scouting: abbiamo valutato cosa servisse per fare meglio nella nuova stagione. Non esistono garanzie di successo nel calcio, l’unica via è quella di lavorare duro con tutti i team, rispettando la filosofia del club e la realtà storica. Noi vogliamo lavorare sulla sostenibilità della squadra. Il mercato? Si valuta tutti insieme, poi è chiaro che c'è uno che prende una decisione. Ma non è importante questo. Abbiamo un budget e bisogna rispettarlo".

Non è dato sapere di quanto fosse il budget a disposizione per questa finestra. Dove si è abbassata, come fa notare Vaeyens, l'età media dei calciatori. Secondo il belga, sono stati rinforzati i vari reparti: "Abbiamo fatto delle analisi dopo la triste sconfitta di Cagliari - ha spiegato Vaeyens -. Abbiamo deciso di puntare sui nostri giovani già presenti in squadra. Hanno un anno in più, sono maturati maggiormente e hanno possibilità di essere coinvolti di più nel giocoBonny, ad esempio, sta giocando, Circati gioca di più. Abbiamo perso due leader come Buffon e Vazquez. A proposito di Franco: giocatore straordinario, ma abbiamo scelto di praticare un'altra via, un altro tipo di calcio. Questo presuppone che vanno prese delle decisioni importanti. Abbiamo dovuto fare delle scelte. Non servono solo giocatori di 20-23 anni. La nostra area Analitycs, assieme allo scouting, reperisce informazioni su tantissimi calciatori. Bisogna che raggiungiamo un equilibrio nella rosa. Noi abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Hernani è tornato con molta motivazione, ad esempio. Ci siamo seduti e abbiamo discusso del rinnovo di contratto. Lui voleva tornare al Parma, con tutte le sue forze. Noi lo volevamo. Per esempio abbiamo investito su un ragazzo come Begič che ha dimostrato di saper fare cose buone in Serie C. Lo abbiamo visto. Io sono abituato a comprare giovani che poi migliorano. A livello di mercato abbiamo fatto tutto quello che volevamo. Tranne trovare una sistemazione a Inglese e Cyprien.  Cerchiamo una soluzione. Charpentier? Purtroppo si è infortunato. Aveva cominciato bene con la Fiorentina, mostrando le sue qualità in amichevole. Poi è stato sfortunato perché ha avuto un infortunio e con la Spal si è dovuto fermare ancora a causa di un contatto. Adesso bisogna che faccia i controlli. Ci auguriamo che possa tornare a lavorare al più presto con i compagni, ha bisogno di giocare perché le sue qualità non sono in dubbio".

Il discorso sui singoli continua con Man e Mihaila, due calciatori che non hanno reso secondo le aspettative. "Non posso parlare del passato - dice Vaeyens -. Sono calciatori che hanno tante potenzialità, si vede. Io posso solo dire che Man ora è infortunato ma ha cominciato molto bene la stagione. E se non fosse stato per l'infortunio, sarebbe stato convocato in Nazionale. Avrebbe fatto compagnia a Mihaila che, proprio ieri, ha segnato contro il Kosovo. Sono due calciatori della nazionale romena, qualcosa vorrà dire. Mi fido molto di loro perché possono essere un grande valore per il Parma Calcio quest’anno. Molto spesso i giovani mostrano grandissime potenzialità, poi tendono a calare. Alcuni poche settimane, altri per mesi. Bisogna fare in modo che il calo si mantenga e non scenda sotto a quel di livello". 

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