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All’Università il convegno “Il nome e il dove. Spazi politici, mobilità e orientamenti devozionali nell’Italia basso-medievale”

Dal 24 al 26 gennaio. Apertura dei lavori il 24 gennaio alle 15 nell’Aula dei Filosofi della Sede centrale. Il 25 e il 26 si prosegue nel Plesso D’Azeglio

 Il nome e il dove. Spazi politici, mobilità e orientamenti devozionali nell’Italia basso-medievale è il convegno in programma all’Università di Parma da mercoledì 24 a venerdì 26 gennaio.

La “tre-giorni” si aprirà il 24 gennaio alle 15 nell’Aula dei Filosofi della Sede centrale dell’Ateneo con i saluti del Rettore Paolo Martelli e del Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali Massimo Magnani. Dopo l’introduzione di Massimo Della Misericordia (Università di Milano-Bicocca) e Marco Gentile (Università di Parma), ai quali è affidata l’organizzazione scientifica del convegno, prenderanno il via gli interventi. Il 25 e il 26 gennaio gli incontri proseguiranno nel Plesso D’Azeglio.

Quali legami con i vivi e con i morti veicolavano i nomi delle donne e degli uomini – ricchi e poveri, cittadini o rurali – che vissero nel Medioevo? Quali relazioni istituivano con i santi, con i parenti, con i vicini e con i potenti? Con che peculiarità locali, e quali cambiamenti nel corso del tempo? E ancora: può l’onomastica essere una fonte per lo studio delle identità sociali e delle istituzioni politiche medievali? Di quali, in particolare? A queste e ad altre domande intendono rispondere le studiose e gli studiosi riuniti in occasione del convegno, primo degli incontri organizzati nell’ambito del PRIN 2020 Nomina. Forenames in late medieval Italy: a new approach to social and political history, un progetto che mira ad affrontare in modo nuovo lo studio dei nomi personali nell’Italia del Tre e del Quattrocento, per portare un contributo originale ad alcuni dei principali temi della storia sociale e politica.

Se l’Italia del tardo Medioevo è stata assai scarsamente toccata sinora dalla ricerca onomastica, a essere inedita è anche e soprattutto la prospettiva dell’indagine, che ambisce a interrogare la fonte onomastica puntando a valorizzare l’interazione tra nome individuale e altre identità politiche e sociali, nella convinzione che lo studio dei nomi personali possa costituire, oltre che un campo di studi poco esplorato in sé, anche una strada per affrontare in maniera radicalmente nuova tanti temi cruciali della medievistica: il legame tra dominanti e dominati, o il rapporto tra donne, uomini e corpi cetuali, comunitari, professionali.

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