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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Blitz degli ambientalisti nella sede di Iren: "Guadagna sulla pelle dei cittadini che non riescono a pagare le bollette"

Gli attivisti, vestiti con tute bianche, hanno srotolato uno striscione nel cortile di strada Margherita e affisso alcuni manifesti sulle vetrate esterne: "A chi vanno i soldi delle tue bollette?"

Sono entrati all'interno del cortile della sede di Iren in strada Margherita a Parma, hanno srotolato un grosso striscione con la scritta: "Fanno il deserto e la chiamano Green Economy", hanno affisso alcuni manifesti sulle vetrate esterne della sede. Poi, dopo alcuni interventi al megafono, se ne sono andati. Alcuni attivisti, vestiti con tute bianche, hanno protestato nella mattinata del 4 maggio davanti alla sede della multiutility, in occasione dell'Assemblea degli azionisti di Iren, in corso di svolgimento nella giornata di oggi. I manifestanti sono rimasti all'interno del cortile per circa mezz'ora: non ci sono stati problemi di ordine pubblico. 

Il video del blitz: attivisti affiggono manifesti contro Iren davanti alla sede 

"Qui dentro ci sono i volti di chi in piena crisi idrica - si legge in una nota diffusa dai manifestanti - specula su un bene essenziale come l’acqua e che da mesi guadagna sulla pelle di tutti i cittadini, spesso truffati o che non sanno come pagare le bollette. Il tema della siccità è ormai entrato nella nostra quotidianità, perché lo viviamo sulla nostra pelle e ne vediamo gli effetti mortiferi sull’ambiente. Le soluzione che propongono le istituzione, dal governo a iren, sono palliativi volti a perseguire il profitto a discapito della popolazione. Lo vediamo con il razionamento di acqua nei comuni limitrofi di Parma, razionamento che non ha minimamente coinvolto le industrie dell'Emilia Romagna che invece continuano a sperperare acqua, che non ha coinvolto le grandi aziende agroalimentari" 

"La crisi idrica è un problema strutturale - continuano gli attivisti - che va risolto dalla radice, partendo dalla redistribuzione degli extraprofitti, che al  2022 ammontavano a 226 milioni di euro. Sono soldi che devono essere sfruttati per il calmieramento del carobollette, che devono essere usati anche per la ristrutturazione della rete idrica che attualmente provoca una perdita del 38% di acqua potabile e che invece vorrebbero risolvere mediante finanziamenti pubblici provenienti dal Pnrr" 

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