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Giovane tornato in fin di vita dall'Erasmus in Polonia, l'avvocato: "Per Turetta volo di Stato mentre i genitori di Thomas si sono pagati il viaggio"

Thomas Antonini è tornato con una trombosi cerebrale venosa in corso che, se fossero passate altre 36 ore, gli sarebbe stata fatale. I genitori hanno pagato il viaggio in ambulanza per portarlo in Italia e salvarlo

“Perché per Turetta un volo di Stato? I genitori di Thomas Antonini (LEGGI LA SUA STORIA) hanno dovuto fare centinaia di chilometri in ambulanza, e a loro spese”, il legale della famiglia di Thomas Antonini a Chi l'ha visto? "C’era qualcun altro accanto a lui quando è stato male durante il viaggio di studio in Polonia? Appello dell’avvocato Claudio Falleti agli altri studenti Erasmus ripresi con lui: "Mettevi in contatto con me, anche in privato, spero in un gesto di umanità e di collaborazione da parte vostra”.

Gli studenti in Erasmus insieme a Thomas foto Chi l'ha visto

Thomas Antonini, 18enne tornato in fin di vita dall'Erasmus in Polonia 

Thomas Antonini, un giovane studente di Fidenza che all'epoca della partenza per l'Erasmus in Polonia aveva 18 anni, è tornato a casa dai genitori in fin di vita, con una trombosi cerebrale venosa in corso che, se fossero passate altre 36 ore, gli sarebbe stata fatale. E' vivo per miracolo e oggi lotta ancora contro quel male. Per lui ogni giorno è un inferno. 

Quando è stato ricoverato d'urgenza nel reparto di Neurologia dell'Ospedale di Vaio di Fidenza - dopo il trasporto dalla Polonia all'Italia con un'ambulanza a spese della famiglia - Thomas era anche ipocalcemico, disidratato e denutrito

Il malore in ostello: Thomas, scambiato per un tossico, ricoverato per sei giorni 

C'è un evento scatenante nel dramma di Thomas Antonini. Verso le ore 18 del 16 marzo del 2018 Thomas si sente male mentre si trova nell'ostello di Breslavia che condivideva con gli altri due studenti. Il ragazzo ha avuto un malore mentre era in corso una seduta con tutti gli studenti dell'ostello (in alternanza scuola/lavoro) e il tutor. Dopo una giornata di studio e di lavoro torna in camera e, li, succede qualcosa.

Costi altissimi per tornare dalla Polonia, a carico della famiglia: "24 mila euro per il trasporto aereo" 

Il giorno dopo il malore il fratello lo raggiunge in Polonia e si attiva subito per farlo tornare in Italia. Thomas sta malissimo e la situazione non sembra migliorare. I costi di trasporto sono altissimi: 24 mila euro per un viaggio con un aereo attrezzato, 15 mila euro per un viaggio in ambulanza. Tutti a carico della famiglia. Alla fine il fratello trova una soluzione più economica in ambulanza e riesce ad organizzare il trasporto in Italia. Quando Thomas arriva lo ricoverano d'urgenza all'Ospedale Di Vaio di Fidenza. "Il Primario disse che se fosse arrivato 36 ore più tardi Thomas sarebbe deceduto" sottolinea il fratello. In ospedale gli viene diagnosticata una trombosi cerebrale venosa in corso. Il ragazzo è anche ipocalcemico, disidratato, denutrito e con forti dissociazioni da trauma. I medici trovano anche un'intossicazione da benzodiazepine, contenute in un farmaco anestetico che, probabilmente, è stato somministrato a Thomas, durante il viaggio da ostello al primo ospedale.

Le verità mai chiarite: negata ai genitori la cartella clinica del figlio 

Thomas è molto agitato e quattro infermieri lo bloccano e lo portano in un primo ospedale, poi nel reparto di tossicologia di un secondo ospedale, nella Bassa Slesia. Qui rimarrà sei giorni. In ambulanza con lui non c'era nessuno, oltre agli  infermieri polacchi. Nessuno di loro parlava inglese, lingua invece ben conosciuta da Thomas. Ancora oggi, a cinque anni di distanza, non si sanno le cause di quel malore, anche perchè i genitori non hanno mai ottenuto l'invio, da parte delle autorità polacche, della cartella clinica del figlio. I genitori di Thomas chiedono anche di sapere, dai ragazzi che erano presenti al momento del malore, cosa sia successo. 

Il racconto di Thomas: "Mi hanno bloccato quattro persone, tra cui un uomo ubriaco di 100 chili" 

"Mi hanno bloccato in quattro persone: gli infermieri e il paramedico, oltre ad un uomo di 100 chili ubriaco. Avevo le convulsioni e mi agitavo molto. Mi hanno messo su una barella flessibile nera" ha raccontato Thomas alla trasmissione 'Chi l'ha visto?' che ha dedicato spazio alla sua storia. Il giovane, che oggi ha 23 anni, grazie ad alcune terapie ipnotiche, è riuscito a far emergere alcuni ricordi di quella giornata da incubo. Thomas viene portato nel reparto di tossicologia dell'Ospedale della Bassa Slesia, quattro ore dopo il malore, verso le 22. Scambiato dai medici polacchi prima per un tossicodipendente e poi per un paziente psichiatrico, per Thomas inizia un secondo dramma. Deve tornare in Italia ma l'assicurazione dell'Erasmus non copre i costi, le autorità polacche nemmeno. 

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