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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Liberazione, il presidente dell'Anpi: "La Costituzione è antifascista: certe frasi non fanno onore a chi ha pagato con la vita la libertà"

Intervista a Nicola Maestri in attesa del 25 aprile: "Il 1° settembre 1944, sette cittadini inermi, tra cui Eleuterio Massari, mio nonno materno, vennero prima orrendamente torturati e mutilati e poi barbaramente assassinati"

Domani, martedì 25 aprile Parma, città medaglia d'oro della Resistenza, tornerà in piazza per ricordare il 78esimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. Il corteo istituzionale partirà alle ore 10.15 da piazzale Santa Croce per per concludersi alle 11 in piazza Garibaldi. Nicola Maestri, presidente del comitato provinciale Anpi di Parma, prenderà la parola al termine del corteo in rappresentanza delle Associazioni partigiane. 

Per il 78esimo anniversario della Liberazione a Parma ci saranno tanti eventi e il tradizionale corteo istituzionale. Qual è il valore, per l'Anpi, della memoria delle vicende resistenziali e della Liberazione dal nazifascismo nel 2023? 

"Per l’Associazione che mi onoro di rappresentare, la memoria, che è esercizio differente dal ricordo, è tutto ciò che un essere umano riesce ad inglobare durante il proprio percorso terreno, attraverso le proprie esperienze, che, una volta sedimentate andranno a formare una coscienza, prima personale e poi collettiva. Lo sforzo a cui devono tendere tutti gli individui autenticamente democratici è quello di arrivare a una memoria non solo collettiva ma anche condivisa e occorre farlo poggiando su quei valori che mossero i resistenti ottant’anni fa. Persone di ogni ceto sociale e di diversa estrazione politica che prima si organizzarono militarmente per contrastare il nazifascismo e poi, una volta riacquistate pace e libertà, ebbero la grande visione e capacità di fare perfetta sintesi delle diverse sensibilità scrivendo una Carta Costituzionale che ancora oggi è sinonimo di equilibrio e obiettività. Quest’anno, tra le altre cose, la festa della Liberazione coincide con l’80º anniversario dall’inizio della lotta di resistenza. Anche in quei giorni i visionari erano una sparuta pattuglia, che però ebbero il merito di indicare la strada della giustizia e della libertà. I valori di ottant'anni fa oggi sono i medesimi ad ogni latitudine, l'impegno gravoso è quello di farli rivivere e poggiare su nuove gambe, su nuove braccia, attraverso nuove teste pensanti"

Sarà la prima Festa di Liberazione del governo Meloni, cosa ne pensa delle dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa sulla nostra Costituzione? 

"Anpi non è un partito politico, in questo senso siamo apartitici, ma facciamo politica quotidianamente. La nostra Associazione nella propria azione, si sforza di fungere da pungolo per i partiti affinché si occupino della Polis, ovvero dei bisogni effettivi delle persone. Per cui da democratici quali siamo, accettiamo qualsiasi responso arrivi dalle urne. Detto ciò, analizzando affermazioni e comportamenti reiterati da parte di chi ricopre cariche istituzionali, la preoccupazione è davvero palpabile. A tal proposito farei un piccolo passo indietro. Ovvero, durante il ventennio della dittatura fascista si impediva anche l'immaginazione. Prima ancora delle leggi razziali, prima dell'entrata in guerra, delle decisioni irrevocabili e della Repubblica di Salò, il fascismo ha messo in atto una progressiva e violenta attività di repressione delle libertà fondamentali. Non solo i partiti, ma anche le associazioni venivano proibite e definite sovversive. Per tornare al nucleo della domanda, riferendomi all'ultima sortita della seconda carica dello Stato, non uno sprovveduto, egli sa benissimo che la Costituzione italiana è dichiaratamente antifascista: non tanto e non solo perché essa contiene la famosa XII disposizione transitoria e finale, che vieta "la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista." Quanto perché ogni singolo articolo della Costituzione, soprattutto nella parte in cui si dichiarano i principi fondamentali sui quali si regge la Repubblica, è scritto in modo trasparente in antitesi con la teoria e la prassi del fascismo. Basterebbe questo per smentire certe castronerie, ma la vera preoccupazione è che queste forme di becero revisionismo rischiano di fare presa su un'opinione pubblica spesso distratta e poco informata. Diciamo che regalare ignoranza e menefreghismo a così basso costo non fa onore al nostro Paese e ancor meno a chi si è battuto, pagando con la vita, la libertà riconquistata".

Tre episodi significativi della Resistenza nel parmense che tutti i parmigiani dovrebbero conoscere...

"Gli episodi sono purtroppo tantissimi, basta fare un giro in città e nella nostra provincia per prendere visione della costellazione di cippi e lapidi che ricordano eccidi perpetrati ai danni di partigiani, antifascisti e civili uccisi da nazisti e fascisti. Per cui non mi sento di stilare una sorta di classifica, perché tutti meritano attenzione, rispetto ed estrema gratitudine. Ma alcuni eccidi hanno colpito emblematicamente l'immaginario collettivo. Pensando alla città non posso non citare l'eccidio di piazza Garibaldi del primo settembre 1944, in cui sette cittadini inermi vennero prima orrendamente torturati e mutilati e poi barbaramente assassinati sulla nostra piazza principale. Una storia che ha colpito duramente anche la mia famiglia, perché tra quei sette uomini c'era anche Eleuterio Massari, il mio nonno materno. Alzando lo sguardo oltre le mura della città, verso la provincia, penso in particolare all'eccidio di Bosco di Corniglio, episodio sanguinoso in cui a causa di una delazione venne decapitato il Comando Unico Partigiano. In quell'occasione vennero uccisi sei resistenti, compreso il Comandante unico delle Brigate Partigiane Giacomo di Crollalanza, "Pablo".

Avrei potuto narrare anche delle gesta eroiche di uomini e donne della Valtaro, della Valceno, della Valbaganza, della Valparma e di tutta la Bassa parmense, perché davvero ogni luogo di Parma e Provincia ha contribuito per ottenere la libertà. Ma tra i tanti e le tante martiri mi hanno sempre colpito le vicende di Giacomo Ulivi e Giordano Cavestro, due giovani ragazzi uccisi diciannovenni che oltre alla giovane età li accomunava uno spessore umano e culturale fuori dalla norma. Ulivi, la cui lettera dedicata agli amici fa riflettere profondamente sul fatto che ogni individuo deve assumersi le proprie responsabilità, venne fucilato in Piazza Grande a Modena. Giordano Cavestro dopo essere stato catturato sul Montagnana, quando venne decimato il distaccamento "Griffith", sarà fucilato a Bardi assieme ad altri tre partigiani. Senza dimenticare lo studente del liceo Romagnosi Marco Pontirol Battisti, ucciso dai fascisti a San Michele Torre a diciassette anni. Di lui ne parla con affetto nel suo libro "C'era un ragazzo, un partigiano", Renato Lori "Crik". Ma il pensiero corre anche a due donne valorosissime, Ines Bedeschi ed Enrichetta Cabassa. Due figure fulgide della Resistenza nel Parmense. Collaborarono insieme portando a termine fino quasi alla Liberazione, numerosi e delicati incarichi di fiducia. Tra questi erano previsti i collegamenti tra il Comitato di Liberazione Nazionale, i partiti clandestini e i comandi Partigiani regionali.

Ines Bedeschi, torturata a lungo dai nazisti senza ottenere alcuna confessione, verrà fucilata alla fine di marzo del 1945 e il suo corpo verrà gettato nel fiume Po nei pressi di Mezzano Rondani vicino a Colorno. Enrichetta Cabassa, una giovane madre che per guadagnarsi la vita faceva la sarta, aveva il marito disperso in guerra. Si distinse per affidabilità e grande coraggio. Morirà a Palanzano per lo scoppio accidentale di una bomba. La componente femminile ha giocato un ruolo fondamentale nella Resistenza. A questo proposito voglio ricordare anche la figura di Laura Polizzi, partigiana"Mirka", una delle personalità più famose e amate della Resistenza. Note le sue azioni in difesa dei movimenti democratici anche nel dopoguerra, in particolare mi piace ricordare il fatto che all'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, fonda l'Archivio delle donne. È stata componente della dirigenza e del Comitato Nazionale dell'Anpi e per lungo periodo Presidente provinciale della nostra Associazione. Recentemente il Comitato di sezione ha deciso di dedicare a lei e alla sorella Lina, anch'essa partigiana, la locale sezione cittadina"

Qual è lo stato di salute dell'Anpi di Parma, anche in termini di partecipazione, e quali sono i vostri progetti per i prossimi mesi?

"L'Anpi provinciale di Parma, da quando questa segreteria si è insediata nel marzo dello scorso anno, ha messo tra le sue priorità quella di tornare ad essere protagonista su tutto il territorio provinciale. Ogni sezione, a partire da quella cittadina, mette in atto diverse strategie di approccio che vanno nella direzione di sensibilizzare, soprattutto verso le nuove generazioni, temi quali quelli della memoria storica a noi particolarmente cara. Come ANPI provinciale stiamo lavorando per essere presenti e radicati su tutta la nostra provincia. Gli iscritti al 2022 sono circa 2.500. In questi mesi abbiamo inaugurato quattro nuove sezioni in territori cosiddetti vergini, in cui ANPI prima delle nuove aperture non aveva mai avuto presidi. Mi riferisco a Monchio-Palanzano, Tizzano Val Parma, Sissa-Trecasali e Bore. Inoltre sono tornati ad essere due sezioni vive e pulsanti quelle di Felino e Lesignano de' Bagni, che abbiamo inaugurato con il congresso nei mesi scorsi. Stiamo operando con lo stesso criterio con le sezioni di Borgo val di Taro, città medaglia d'oro alla Resistenza e Montechiarugolo. Inoltre abbiamo contatti molto concreti per costituire una sezione dell'Alta Valtaro, che comprende i comuni di Bedonia, Compiano e Tornolo.

Al contempo si sta verificando la medesima operazione nel comune di Neviano degli Arduini, territorio storico molto importante dove la resistenza in quel luogo ci ha consegnato pagine epiche. Nel Comune capoluogo si sono già avuti interessanti contatti con le studentesse e studenti dell'Università di Parma per essere presenti anche in quel luogo formativo. Come segreteria provinciale ci siamo adoperati per rendere più fruibile e immediato il nostro sito internet, con l'obiettivo di fare rete mettendo in contatto tra loro tutte le articolazioni territoriali Anpi della provincia. È un'opera sicuramente ambiziosa ma con passione e caparbietà si possono superare montagne all'apparenza invalicabili, proprio come fecero le nostre Partigiane e i nostri Partigiani quando decisero che era giunto il momento di ribellarsi alla sanguinosa dittatura fascista. Invito tutta la cittadinanza a partecipare al corteo per festeggiare insieme in modo consapevole e attivo il 78° anniversario della Liberazione"

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