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Non c'è più acqua per tutti: si va verso il razionamento

Nei bacini montani dal Parma al Trebbia, dove anche le precipitazioni sono inferiori al record  negativo, ci sono delle difficoltà nel reperire acqua

La siccità era già allarmante a inizio primavera e ora, mentre l'anomalia climatica diventa sempre più evidente con temperature record registrate a maggio, la mancanza di acqua potabile potrebbe dar luogo a razionamenti in territori solitamente esenti da queste problematiche estive.  Nei bacini montani dal Parma al Trebbia, dove anche le precipitazioni sono inferiori al record  negativo, ci sono delle difficoltà nel reperire acqua. Così come nei bacini di pianura dal Parma al Tidone, nei bacini di pianura a Nord della foce del fiume Reno, dove la pioggia caduta a maggio è stata la metà di quella di un già difficile 2021 (mm.36 contro i 70 millimetri di 12 mesi fa). Largamente deficitaria è anche la situazione alle dighe piacentine (Molato e Mignano), i cui bacini, con poco più di 10 milioni di metri cubi complessivamente invasati, registrano la peggiore performance del quinquennio (oltre 7 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso)

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