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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Aemilia, gli imputati chiedono le porte chiuse. Libera: "Allergici alla democrazia"

Delle scorse ore la richiesta formulata dagli imputati del processo Aemilia di chiudere le porte a giornalisti, scolaresche e associazioni. L'istanza, letta in aula da Sergio Bolognino in rappresentanza degli altri accusati, chiede ai giudici di acquisire e verificare gli articoli del giorno successivo al dibattimento, adottando provvedimenti: la stampa sarebbe c...olpevole, a loro avviso, di aver dato vita ad un linciaggio mediatico, di distorcere i fatti. Inoltre, a detta degli imputati, studenti e militanti parteciperebbero al processo soltanto per ascoltare la parte accusatoria, contribuendo a dare una lettura faziosa delle vicende giudiziarie: “noi e le nostre famiglie - lamentano - siamo additate ogni giorno come colpevoli”.

Se gli imputati di questo processo si scagliano ancora una volta contro la stampa ed il pubblico presente in aula è perché l'informazione, attraverso tutti i canali, e la partecipazione dei cittadini, soprattutto dei più giovani, procura loro fastidio. I giornalisti hanno il diritto e il dovere di raccontare i fatti e di mettere il proprio lavoro a disposizione della società. La cittadinanza, al tempo stesso, ha il diritto e il dovere di informarsi, di prendere parte ad un percorso di diffusione della cultura della legalità e della responsabilità: così funziona la democrazia alla quale, con istanze come quella presentata al processo Aemilia, si dimostra di essere allergici.

Anche grazie ai principi costituzionali affermati e difesi dal sangue dalle vittime innocenti delle mafie, gli imputati di questo processo avranno modo di far valere le proprie ragioni, perché le libertà, fra tutte quella di stampa, non tolgono, ma tutelano le garanzie.

Associazioni come la nostra non potranno mai sottrarsi alla ragione per la quale sono nate, ovvero presidiare e contrastare la violenza mafiosa con l'arma della cultura, anche tramite la presenza nelle aule dei tribunali. La richiesta di chiudere le porte a chi fa antimafia, giornalisti e studenti, è la conferma che, tutti insieme, sia possibile trasformare questo Paese in un luogo in cui le organizzazioni criminali siano costrette ad arretrare giorno dopo giorno.

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