rotate-mobile
Cronaca Sorbolo

L'Italia concede l'estradizione di Don Reverberi in Argentina: è accusato di crimini contro l'umanità

Secondo i giudici della Corte d'Appello di Bologna, che ha deciso di accettare la richiesta, il sacerdote, che vive a Sorbolo e opera nella parrocchia di San Benedetto, deve tornare in Argentina per rispondere alle accuse dei magistrati

L'Italia ha dato via libera alla richiesta dell'Argentina per l'estradizione di Don Franco Reverberi, il sacerdote che vive e opera a Sorbolo nella parrocchia di San Benedetto. La Corte di Appello di Bologna, in un'udienza a porte chiuse, ha infatti deciso di accogliere la richiesta avanzata dalla Repubblica Argentina nei confronti dell'anziano sacerdote, che oggi ha 86 anni, ed è accusato di crimini contro l'umanità commessi durante gli anni della dittatura Videla, dal 1976 al 1983.

Il prete, nato in una frazione di Sorbolo nel 1937, secondo i giudici, deve essere trasferito in Argentina per rispondere alle accuse dei magistrati. Nel giugno del 2021 Don Franco Reverberi fu convocato dal Procuratore federale per un interrogatorio ma dal mese di maggio si trovava a Sorbolo. Reverberi era cappellano ausiliare dell’VIII squadra di esplorazione alpina di San Rafael, a Mendoza, ed è indagato per atti commessi nel Centro di detenzione clandestina "La Departamental"

Nel 2013 i giudici argentini avevano quindi chiesto all’Italia l’estradizione con le accuse di tortura, lesioni personali e sequestro di persona, ma la Corte d’appello di Bologna aveva respinto la richiesta. 

Secondo le autorità argentine, Reverberi, “che aveva già militato con le forze militari antisovversione, faceva parte costantemente dei gruppi di militari dediti alle torture riferite dalle vittime sopravvissute, presenziando alle stesse, anche quelle più brutali e mortali, invitando le vittime a ‘collaborare’ con le forze armate ‘per sollievo spirituale’”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Italia concede l'estradizione di Don Reverberi in Argentina: è accusato di crimini contro l'umanità

ParmaToday è in caricamento