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Lunedì, 29 Aprile 2024
VIOLENZA GIOVANILE

Entrano in cabina di guida per fare un video: capotreno ferito

Sul treno partito da Milano Centrale e diretto a Rimini, nella fermata tra Reggio Emilia e Parma, quattro giovani si sono resi protagonisti dell'ennesimo episodio di violenza. Convoglio ripartito con un'ora di ritardo

"Ennesima scorribanda in treno di soggetti incivili, che mettono a rischio la sicurezza degli utenti, del personale e dell' esercizio ferroviario. Treno in ritardo, capotreno aggredito e non contenti volevano condurre il treno". E' la denuncia  del sindacato Fast/Confsal dell'Emilia Romagna, che utilizza la sua pagina Facebook per esternare il malcontento e la preoccupazione a fronte di un altro episodio di violenza che si è verificato su una delle tratte emiliane più battute dai passeggeri. Nel giorno in cui ricade la festa "Ognissanti" sul treno partito da Milano Centrale e diretto a Rimini si è verificata una situazione che ha messo a repentaglio la sicurezza di passeggeri e personale del treno.

Durante i controlli, la capotreno ha scovato quattro ragazzi "in stato di agitazione" con il biglietto del bus urbano che hanno dichiarato di voler scendere alla successiva stazione di Milano Rogoredo. In effetti a Milano Rogoredo sono scesi, ma furtivamente, probabilmente non visti dal controllore impegnato con le attività di assistenza e attinenti alla sicurezza d' esercizio, risalgono. A Lodi cominciano a percorrere il treno a ritroso tra primo e secondo piano del treno Rock, portandosi verso la testa del treno. Qui la capotreno li intercetta e chiede loro nuovamente il titolo di viaggio. Quando si dicono impossibilitati a pagare gli sono state chieste le generalità per il verbale, ma i ragazzi si sono rifiutati di fornire anche le generalità mentre il capotreno ha allertato la centrale operativa ferroviaria per l'intervento delle forze dell'ordine nella successiva fermata a Piacenza. Intanto i quattro giovani hanno tentato di sfuggire ai controlli correndo verso la coda del treno, spingendo con forza il controllore e ingaggiando una collutazione con la capotreno che cercava di difendersi.

Giunti pertanto nella stazione di Piacenza i soggetti sono scesi dal treno e sono fuggiti nel sottopasso. Convinta della fuga, il capotreno ha annullato l'intervento delle forze dell'ordine mentre il treno è ripartito per evitare ulteriori ritardi. Ma poco prima di arrivare a Reggio Emilia con la capotreno che si era appoggiata temporaneamente in cabina di guida per mettere il ghiaccio sul seno dolorante per il colpo, sono riapparsi i quattro giovani nel tentativo di fiondarsi in cabina di guida mentre il treno era in corso di viaggio. Uno di loro spingeva la porta l'altro con lo smartphone riprendeva la capotreno e la macchinista che, vista la situazione, ha ridotto la velocità a 30 chilometri orari mentre la capotreno ha opposto resistenza all'apertura della porta.

Avvertita la Polizia Ferroviaria, intervenuta dopo dieci minuti alla stazione di Reggio Emilia, i ragazzi sono scappati e hanno continuato a filmare treno e personale. Il treno è ripartito con sessanta minuti di ritardo, mentre la capotreno ha ricevut cure mediche (a fine servizio) riportando una prognosi di otto giorni. "Ormai questi casi sono quotidianamente molteplici - si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Segreteria Regionale Slm-Fast/Confsal - treni regionali, personale di bordo e utenza sono sempre più vittime di soggetti che si sentono padroni di fare il bello e cattivo tempo, di perturbare il servizio di trasporto pubblico ferroviario, di viaggiare privi di titolo, di disturbare e molestare gli utenti, di aggredire il capotreno (pubblico ufficiale amministrativo) di invadere la cabina di guida mettendo a repentaglio la sicurezza dell'esercizio ferroviario. Appurato ormai che le aziende di trasporto non possono da sole garantire un contesto di lavoro e di servizio in salute e sicurezza, occorre urgentemente che le istituzioni (Esecutivo e Legislativo) adottino misure tali a ripristinare un servizio di trasporto pubblico degno di un paese civile ove coloro che viaggiano e coloro che lavorano lo possanc fare in sicurezza e con serenità, altrimenti il capo del treno non è il capotreno". 

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