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Cronaca

Uccise e violentò l'ex fidanzata in un parco: ecco come Mirko Genco ha evitato l'ergastolo

Il 25enne parmigiano è stato condannato a 29 anni di carcere. I giudici hanno concesso le attenuanti generiche perché ha collaborato alle indagini e per il suo passato: sua madre fu uccisa dal compagno

Ha consentito di trovare il corpo, ha collaborato durante le fasi processuali ed ha subito il trauma dell'uccisione della madre, Alessia Della Pia, da parte del suo compagno. Sono queste, in sostanza, le ragioni per cui il 25enne parmigiano Mirko Genco è stato condannato a 29 anni e 3 mesi e non all'ergastolo, per l'uccisione dell'ex fidanzata Juana Cecilia Loayza, uccisa a coltellate dopo una violenza sessuale nel parco di via Patti a Reggio Emilia la sera del 19 novembre 2021. Sono state rese note infatti le motivazioni della sentenza di primo grado. La Procura di Reggio Emilia aveva chiesto la massima pena per l'imputato, reo confesso dell'omicidio della donna. 

Il 4 marzo Mirko Genco è stato condannato in primo grado a 29 anni e 3 mesi di carcere. I giudici hanno deciso di concedere le attenuanti generiche "per due ragioni". La prima è appunto la piena confessione del 25enne e le indicazioni agli inquirenti per il ritrovamento del corpo di Juana Cecilia Loayza. Il secondo motivo è il passato di Genco, che ha vissuto per un periodo in strutture per minori fuori dalla famiglia ed ha poi vissuto il trauma dell'uccisione della madre, Alessia Della Pia, da parte del compagno, un cittadino di nazionalità tunisina, Mohammed Jella. Secondo i giudici Genco è anche affetto da un "lieve ritardo mentale e da psicopatia antisociale". 

Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani aveva chiesto per Genco l'ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi. L'accusa aveva commentato così: "Uno tra i delitti più efferati della nostra provincia". La Procura di Reggio Emilia farà appello. 

Juana Cecilia Loayza violentata ed uccisa in un parco a Reggio Emilia 

Si era concessa una serata con gli amici, forse per cercare di tornare a respirare vista la tensione e la paura che le provocava la presenza del suo stalker che, nonostante le due condanne e le tre denunce contro di lui, continuava a seguirla, a mandarle messaggi e a cercare di incontrarla. 

Juana Cecilia Hazana Loayza, la 34enne uccisa dal suo stalker, il 24enne parmigiano Mirko Genco, la sera in cui è stata uccisa era andata in un pub in centro a Reggio Emilia con alcuni amici. E proprio uno di loro - con il quale si trovava in un secondo pub sempre in centro - l'ha chiamata poco prima dell'omicidio, avvenuto a pochi passi da casa sua.

L'amico, preoccupato perchè lei le aveva appena raccontato di essere seguita da uno stalker, ha chiamato per tre volte: alla terza chiamata la ragazza ha risposto: "Va tutto bene, sto tornando a casa". Poco dopo però Juana Cecilia ha incontrato proprio il suo stalker, che l'ha uccisa con un coltello da cucina, dopo aver tentato di strangolarla. Juana Cecilia aveva anche postato una foto sui social mentre si trovava, sorridente, in compagnia delle amici.

Contro di lui Juana aveva presentato ben tre denunce: Mirko Genco aveva patteggiato una condanna a due anni e dal 4 novembre era tornato libero.

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