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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Pietro Vignali: "La sicurezza in città come prima cosa, reintrodurremo i vigili di quartiere"

Intervista al candidato civico sostenuto da Lega e Forza Italia in vista del ballottaggio di domenica: "Pizzarotti ha fatto molto male a smantellare presidi fissi, nuclei per la sicurezza urbana e antidroga della Polizia municipale: oggi sarebbero serviti a fronteggiare un problema troppo a lungo sottovalutato"

"In caso di vittoria reintrodurremo il “Quoziente Parma”: è stato eliminato da sarebbe stato un utile sostegno alle famiglie in questi tempi di crisi. Pizzarotti ha fatto molto male a smantellare vigili di quartiere, presidi fissi e nuclei per la sicurezza urbana e antidroga della Polizia municipale".

Pietro Vignali, candidato civico sostenuto da Lega e Forza Italia (anche Fratelli d'Italia ha dato indicazioni di voto per lui al ballottaggio) domenica 26 giugno sfiderà il rivale Michele Guerra, che al primo turno ha ottenuto più del doppio dei voti e più di 20 punti percentuali di distacco: "La mia candidatura è nata in città: la mia storia personale e quella del movimento che mi sostiene è tutta all’interno del civismo". 

Come ha vissuto queste due settimane di campagna elettorale, si aspettava il risultato del primo turno e in che modo ha cercato di recuperare i punti che la distanziano dall'avversario? 

"Con entusiasmo, come tutta la campagna e con un po’ di inevitabile stanchezza. Credo che nel primo turno ci abbia penalizzato molto l’astensionismo, ma mi conforta l’ottimo risultato della Lista “Vignali sindaco” che è stata la lista civica più votata tra tutte e la seconda forza politica in assoluto in città. Segno che il civismo è una realtà molto radicata a Parma. Questo distingue nettamente i due campi in gioco per il ballottaggio: se vinceremo noi 14 consiglieri su 20 di maggioranza saranno civici, se vincerà il mio avversario 12 su 20 saranno del Pd. Nel primo caso giunta e maggioranza saranno saldamente a guida civica, nel secondo comanderà il Pd.

In questo secondo turno ho cercato di fare più confronti pubblici possibili con il mio avversario, in modo che potessero emergere con chiarezza le due diverse idee di città e le proposte di entrambi per risolvere i problemi accumulati in dieci anni di immobilismo. Da quando siamo in due e sarebbe stato più facile incrociare le agende e fare dibattiti pubblici veri e comprensibili, sembra sia diventato quasi impossibile. E’ addirittura sfumato il confronto in piazza. Un vero peccato"

C'è chi l'accusa di effettuare una sorta di 'operazione nostalgia' per far tornare Parma al passato e chi dice che la sua candidatura è stata decisa a Roma, come risponde a queste critiche? 

"Mi sembrano critiche abbastanza curiose perché da molti mesi prima che alcune forze politiche decidessero di sostenere la mia candidatura, ho iniziato a girare i quartieri della città partecipando a incontri con associazioni e comitati di cittadini. Sono sorti comitati civici in tutti i quartieri e sono stati proprio loro, preoccupati da insicurezza e degrado delle nostre strade e piazze e dallo stallo amministrativo della Giunta Pizzarotti-Guerra a spingermi a un impegno diretto. Poi sulla base di questa spinta, sono arrivate anche alcune forze politiche che con maturità e la generosità hanno deciso di sostenere il nostro progetto civico. La mia storia personale e quella del movimento che mi sostiene è tutta all’interno del civismo che ha cambiato volto alla città e costruito una politica diversa: attenta ai bisogni delle persone e libera nelle scelte. Sono altre le candidature nate altrove, a Bologna per esempio". 

Quali dei provvedimenti presi quando era sindaco intende riproporre per i prossimi cinque anni e quali sono le prime azioni porterà a termine in caso di elezione ?  

"Purtroppo i parmigiani per dieci anni hanno avuto a che fare non solo con l’immobilismo dell’amministrazione comunale, ma anche con la volontà politica di smantellare gran parte di ciò che di buono era stato fatto in precedenza: una scelta che ha danneggiato i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Mi riferisco in primo luogo al “Quoziente Parma”, il sistema fiscale che rimodulava tasse, tariffe, strumenti comunali di sostegno sugli effettivi carichi familiari: figli, cura degli anziani, disabilità, lavoro dei genitori. Sarebbe stato un utile sostegno alle famiglie in questi tempi di crisi.

Dal punto di vista della sicurezza la realtà dice che Pizzarotti ha fatto molto male a smantellare vigili di quartiere, presidi fissi e nuclei per la sicurezza urbana e antidroga della Polizia municipale, anche questi oggi sarebbero serviti a fronteggiare un problema troppo a lungo sottovalutato. Dalla sicurezza bisogna partire perché è la condizione necessaria per la vita della comunità. Poi, credo si debba lavorare da subito a per garantire asili in ogni quartiere e servizi all’infanzia flessibili, per sostenere la famiglia e il protagonismo femminile nella società. Rilanciare il commercio di vicinato nelle zone della città più a rischio degrado con una no tax area. E infine ripensare i servizi domiciliari dopo il Covid per garantire alle persone anziane di poter vivere nella propria casa e nel proprio quartiere utilizzando le tecnologie più avanzate di monitoraggio, assistenza, richiesta di servizi a distanza". 

Quali strumenti utilizzerà il Comune per contrastare la povertà, che sta coinvolgendo sempre più famiglie, e il problema dell'accesso all'abitazione? 

"Sono in aumento le fragilità e crescono le nuove povertà: 35 mila casi nella nostra città che toccano anche fasce del ceto medio. La novità è che sono ‘poveri che lavorano’. Nell’immediato è necessario un pacchetto anticrisi con il coinvolgimento di Fondazioni, rete grande distribuzione, aziende sanitarie private convenzionate e multiutility per misure di sostegno al reddito, al bisogno, al credito e ai servizi. In particolare: riduzione bollette energetiche, tariffe sociali per prestazioni sanitarie, bonus per beni di prima necessità e voucher per servizi comunali. Inoltre servono prestiti sulla fiducia, riduzione rata capitale mutui. Le persone, soprattutto i giovani, devono essere aiutate a trovare lavoro per questo sto pensando a un’agenzia ad hoc. Nel lungo periodo, un piano comunale fondato sulle comunità energetiche può in 5 anni fronteggiare efficacemente i rincari delle bollette che mettono in ginocchio famiglie e attività economiche, cogliendo anche l’obiettivo di migliorare l’ambiente.

Per affrontare l’emergenza casa, serve un nuovo piano di edilizia residenziale sociale, soprattutto per giovani coppie, famiglie mono-genitoriali e nuclei in difficoltà, coinvolgendo fondazioni bancarie e imprenditori. Vogliamo poi ridurre le liste d’attesa dell’edilizia popolare riqualificando e mettendo a disposizione le centinaia di alloggi Erp oggi non utilizzati. E interverremo sul restante patrimonio per dotarlo di standard adeguati di qualità abitativa. Sempre con la collaborazione di fondazioni e del privato realizzeremo nuove unità Erp". 

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