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Venerdì, 26 Aprile 2024
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visioni del sacro dialogo tra letizia battaglia e mario botta

Nell’ambito della XV edizione del Festival Il Rumore del Lutto, sabato 9 ottobre, alle ore 11, presso l’auditorium del Palazzo del Governatore a Parma, si terrà una conversazione tra due protagonisti della scena culturale internazionale, Letizia Battaglia e Mario Botta.L’evento VISIONI DEL SACRO Dialogo tra Letizia Battaglia e Mario Botta è organizzato dall'Ordine degli Architetti PPC di Parma in collaborazione con AMA - Accademia Mendrisio Alumni, a cura di Francesco Di Gregorio ed Eleonora Caggiati.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

La fotografa Letizia Battaglia e l’architetto Mario Botta dialogheranno sul ruolo del lutto e del sacro nella loro esperienza artistica. La personale ricerca della verità oltre la violenza imposta dalla mafia nella testimonianza fotografica di Letizia Battaglia si confronterà con le architetture di Mario Botta in cui il sacro è la matrice primaria. Palermitana di nascita, Letizia Battaglia inizia a fotografare a Milano nei primi anni Settanta. Nel 1974 è chiamata dirigere il team fotografico del giornale “L’Ora” di Palermo dove scatta fotografie dei delitti di mafia che contribuiscono a diffondere una cultura della consapevolezza. Le sue immagini, sempre in bianco e nero, raccontano le miserie e le difficoltà della vita nelle strade di Palermo. Diventano celeberrimi i suoi scatti di bambini, corpi di donne, feste e lutti a rappresentazione delle grandi contraddizioni della storia di questa città, ma anche dell’urgenza di abbattere pregiudizi e costrizioni sociali. «È stato difficile non farmi coinvolgere nello strazio di una madre che si dispera davanti al corpo del figlio ammazzato e far capire senza parole a lei, ai familiari delle vittime in generale, che il mio obiettivo non era di sopraffarli, ma di condividere la loro pena rispettandoli. E che esiste il dovere di fotografare per documentare, viene prima di tutto, ma non deve essere mai accompagnato dal cinismo» dice Letizia Battaglia. Le sue fotografie ci portano dentro gli eventi e i sentimenti di un palcoscenico unico e insieme universale della storia umana, contrassegnato da rovine, dolore, vittime e carnefici. Il bianco e nero dei suoi scatti, rispettoso e solenne, continua a obbligarci a una presa di coscienza della polis contemporanea, senza mai spegnere la libertà dello sguardo e la speranza. La trasformazione di una condizione di natura in una condizione di cultura segna anche il gesto architettonico di Mario Botta. La comprensione del valore del sacro per il nostro vivere quotidiano emerge in qualità di carattere primigenio nelle sue opere. Mario Botta nasce a Mendrisio, ma studia architettura a Venezia dove determinanti sono gli incontri con Carlo Scarpa, Le Corbusier e Louis I. Kahn. Con l’apertura del suo studio a Lugano nel 1970, avvia un percorso che spazia dalla didattica a livello internazionale, alla realizzazione di opere di diverse tipologie edilizie, tra cui anche numerosi edifici religiosi. Celebri sono diventati i suoi progetti del Teatro alla Scala di Milano, del MART Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e, a Parma, la riqualificazione di Piazzale della Pace, Giardino della Pilotta. Tra gli edifici sacri, particolarmente significativi nella definizione della sua poetica sono stati interventi come la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, il Centro pastorale Giovanni XXIII a Seriate, e la Sinagoga Cymbalista e centro dell'eredità ebraica a Tel Aviv. Nei luoghi del sacro Mario Botta trova il terreno ideale per comprendere e verificare i principi basilari della progettazione degli spazi di vita. «L’architettura del sacro - afferma Botta - dà forma al silenzio, al “non detto”, invita alla meditazione, è luogo carico di significati simbolici e metaforici capaci di evocare qualcosa che sta oltre il “finito”». Proprio gli edifici di culto rappresentano nella sua duratura ricerca compositiva un fondamentale momento di riflessione su quei concetti di gravità, materia, limite e luce, elevati a caratteri invariabili del fare architettura. Porteranno i saluti istituzionali Michele Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Parma, Daniele Pezzali, Presidente dell'Ordine Architetti PPC Parma, e Maria Angela Gelati, curatrice della rassegna Il Rumore del Lutto.

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