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Ponte Nord, ecco il progetto (dimenticato da tutti) che avrebbe potuto trasformare il 'mostro' da 39 milioni di euro in un centro d'eccellenza nazionale

Esiste un'alternativa all'abbandono e al degrado che prosegue da undici anni? Probabilmente si. Il Comune ha commissionato un concept all'architetto Pier Luigi Bontempi che prevede impianti fotovoltaici e progettazione all'avanguardia, riduzione degli sprechi e risparmio energetico. Per tre lunghi anni è stato abbandonato in qualche cassetto...

Esiste un progetto, commissionato e pagato dal Comune di Parma e poi dimenticato in qualche cassetto per tre lunghi anni, che avrebbe potuto trasformare il Ponte Nord, la mastodontica opera abbandonata da undici anni (costata 39 milioni di euro di cui 25 milioni di investimenti pubblici), simbolo dello spreco e della mala gestione dei fondi statali in un centro d'eccellenza nazionale con tanto di impianti fotovoltaici e progettazione all'avanguardia per quanto riguarda la gestione e la realizzazione degli spazi, oltre che per la riduzione degli sprechi e a favore del risparmio energetico. 

Nel 2019 il Comune di Parma, all'epoca della seconda giunta Pizzarotti, ha infatti affidato all'architetto parmigiano Pier Luigi Bontempi - esperto nel settore della rifunzionalizzazione aziendale e insignito nel 2009 dell'attestato di civica benemerenza per Sant'Ilario come presidente dell'associazione Parma per gli altri - l'incarico per la realizzazione del progetto esecutivo per ospitare la sede dell'Autorità distrettuale del fiume Po. In particolare, come si legge nella lettera di incarico, al professionista è stata affidata la "progettazione esecutiva, la predisposizione piano terra per manifestazioni e concept complessivo per utilizzo futuro dell’intervento denominato: “Opere di completamento Ponte Nord". Il progetto è stato poi redatto e consegnato al Comune di Parma nel novembre del 2020. 

LEGGI L'INTERVISTA - L'architetto Bontempi: "Perché il mio progetto, commissionato dal Comune, è stato messo sotto al tappeto?"

Nell'aprile del 2022 è stato sottoscritto un accordo tra Comune di Parma, Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma ed Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po che prevedeva di trasformare il Ponte Nord in Ponte delle Acque per ospitare la sede dell'Autorità che si occupa del Grande Fiume. Ad un anno dalla sottoscrizione dell'accordo, rimasto lettera morta, il Ministero dell'Ambiente ha deciso di cambiare destinazione ai 4 milioni e mezzo di euro già destinati all'Autorità di bacino per la realizzazione della nuova sede. Addio al nuovo Ponte delle Acque. 

Ponte Nord, la struttura interna

Ponte Nord: 39 milioni di euro per realizzarlo ma mancano il riscaldamento, l'elettricità e gli attacchi per l'acqua. E le uscite di emergenza non sono a norma 

Trentanove milioni di euro, di cui venticinque di fondi pubblici, centosessanta metri di lunghezza, trentatré di larghezza e quindici di altezza, tre livelli e una superficie complessiva di quasi 4 mila metri quadrati, undici lunghi anni di abbandono e degrado. Il Ponte Nord è per tutti i parmigiani e le parmigiane una ferita aperta, il simbolo della mala gestione dei fondi pubblici e uno spazio ormai 'fantasma' a pochi passi dal centro storico. Una vera e propria cattedrale nel deserto. Come il vascello fantasma dell'opera di Wagner esiste ma è ormai invisibile agli occhi di tutti e tutte. 

Il progetto mastodontico, redatto dall'architetto Vittorio Guasti, ex senatore Pdl e ex vicesindaco di Parma - ideato nel 2010 e inaugurato nel 2012 grazie a 25 milioni di euro per la sede dell'Efsa e ai contributi degli industriali Pizzarotti e Codelfa (altri 14 milioni per un totale di 39 milioni di euro) - si è rivelato un flop totale. Nonostante la legge vietasse espressamente di costruire stabili con usi permanenti sugli alvei dei fiumi e dei torrenti il Ponte Nord fu progettato come ponte abitabile per spazi espositivi e commerciali. Inoltre, particolare non irrilevante, le uscite di sicurezza previste dal progetto non sono a norma, secondo quanto stabilito dai vigili del fuoco in diverse relazioni.Ponte Nord, il progetto-2

Esiste un'alternativa all'abbandono e al degrado? Si, ecco il progetto commissionato dal Comune di Parma e dimenticato per tre anni nei cassetti 

Ma esiste un'alternativa all'abbandono e al degrado di uno spazio ormai diventato quasi invisibile, nonostante la massa di vetro e cemento e i 3.900 metri quadrati occupati nei suoi tre livelli? Probabilmente si. Il progetto elaborato dall'architetto Pier Luigi Bontempi (LEGGI L'INTERVISTA) prevedeva il completamento della struttura, innanzitutto per quanto riguarda la sistemazione delle uscite di emergenza sul lato Nord. Poi, la progettazione degli spazi nei tre livelli: al primo sarebbe dovuto sorgere uno spazio dedicato al Museo delle Acque, adattabile e utilizzabile anche per convegni. Il secondo livello avrebbe dovuto essere destinato alle attività di interscambio culturale dell'Autorità distrettuale del Po con altri Enti, ad iniziare dall'Università di Parma. Il secondo livello avrebbe invece dovuto ospitare gli uffici per un centinaio di dipendenti, attraverso una concezione degli spazi che avrebbe portato ad un importante risparmio energetico e di superfici. Di seguito pubblichiamo alcune immagini del concept, attraverso le quali possiamo immaginare come sarebbe potuto essere il Ponte Nord se il progetto avesse avuto seguito. Che fine ha fatto quel progetto di rifunzionalizzazione consegnato al Comune di Parma nel novembre del 2020? E' uno degli interrogativi che rimangono aperti. 

Ponte Nord, come avrebbe potuto essere la nuova sede dell'Autorità di bacino del Po-3

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