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L'INTERVISTA

Gratteri: "Parma non è diversa dalle altre province, anche qui la 'Ndrangheta è ben radicata"

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro ospite al Festival della parola all'Abbazia di Valserena: "Un fenomeno molto presente nel mondo della ristorazione o nel mondo dell'edilizia, dove sono bravi a insinuarsi"

"Le mafie non sono infiltrate in Emilia-Romagna, sono radicate". Le parole del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, hanno un'eco profondissima. Dall'Abbazia di Valserena, dove è stato ospite della rassegna Il Festival della parola, risuonano in tutto il Paese. Sono un allarme forte che deve destare la preoccupazione di tutti, non solo della platea numerosissima che ha accolto il magistrato calabrese, da anni sotto scorta per la lotta in prima linea alla 'Ndrangheta. "Le mafie cercano di insediarsi nelle zone ricche perché qui è più facile mimetizzare le ricchezze - spiega Gratteri - perché è più produttivo, redditizio e facile investire in zone ricche. Le mafie a Parma e in Emilia Romagna sono radicate non infiltrate".

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Dal palco, dove ha dialogato con il giornalista Pierluigi Senatore di Radio Bruno, introdotto dal curatore della rassegna Manlio Maggio accompagnato da Walter Antonini (presidente) e Umberto Guidoni (vice presidente) di Anmic Parma, il magistrato ha spiegato come la presenza delle mafie sia stata favorita al Nord: "Nel corso di decenni avete sottovalutato e negato il fenomeno, dicendo che il fenomeno non riguardava questo territorio. Si è detto che non c’erano oppure che in Emilia-Romagna c’erano anticorpi a sufficienza per combatterle. Così come avevate combattuto Nazismo e Fascismo, avreste combattuto anche le mafie quando sarebbero arrivate. Ma erano già in casa. La 'Ndrangheta è molto presente nel mondo della ristorazione: alberghi, ristoranti e pizzerie, per esempio, o nel mondo dell'edilizia, dove sono bravi a insinuarsi. Come la Camorra. La 'Ndrangheta è presente nell’acquisto dei latifondi e dei terreni, soprattutto con lo scopo di ottenere contributi importanti regionali o fondi europei. Un dato assodato. Cosa fare? Bisognerebbe fare tante cose: serve, innanzitutto, crerare un sistema giudiziario diverso, più efficiente, più duro e meno conveniente per chi delinque. Non si sta facendo abbastanza. Ci vorrebbe più impegno da parte di tutti, più coerenza da parte di tutti ma soprattutto un sistema penale processuale e detentivo proporzionato a questa realtà criminale. 

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La situazione di Parma? Parma non si distingue molto da altre province del Nord - spiega Gratteri -. Cambia l’intensità magari. Può essere in più o in meno, ma le mafie a Parma ci sono eccome. È una città attraente e allettante dal punto di vista economico. Ci sono opportunità per comprare attività commerciali e ne approfitteranno per comprarle. Non considerate 'ndranghetista uno che vende mezzo chilo di coca. La 'Ndrangheta non vende droga al dettaglio da almeno 25 anni. Ha subappaltato ad altri gruppi criminali, vende all'ingrosso. Non apre il pane da un chilo per vendere. Sono le altre mafie, quelle nordafricane, quelle nigeriane che controllano le piazze della  vendita di droga al dettaglio. Con questi soldi si cerca di comprare tutto ciò che è in vendita. Dove ci sono opportunità ci sono le mafie. La legalità - che poi è il tema della serata - si diffonde con la coerenza. E più importante essere che non raccontare, che non dire. La coerenza è la cosa più efficace, è il miglior antidoto contro le mafie. Ai ragazzi è inutile fare discorsi e prediche. Loro capiscono se chi parla è di plastica o è vero, se racconta storie o vicende vissute realmente. E lo capite o lo notate a seconda di quanti minuti stanno ad ascoltarvi senza guardare il telefonino". 

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