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Cronaca

'Ndrangheta, sequestrati beni per un milione di euro ad un imprenditore: a Parma sigilli a cinque società

Il 41enne Giuseppe Lazzarini, che sta scontando in carcere la pena di 9 anni di reclusione, è considerato interno alla cosca Grande Aracri

Sequestro di beni immobili, terreni e quote societarie per un valore di circa un milione di euro ai danni di Giuseppe Lazzarini, imprenditore di 41 anni, originario della provincia di Crotone che operava a Parma e che ora si trova in carcere dopo la condanna a 11 anni di reclusione, poi ridotta a 9 anni in appello per associazione mafiosa di tipo 'ndranghetistico. A Parma il sequestro ha riguardato complessi aziendali e quote societarie di cinque società, oltre ad un'autovettura ed alcuni conti corrente, il cui importo complessivo deve essere ancora quantificato. 

Il blitz di polizia e finanza: sequestrato un milione di euro all'imprenditore Giuseppe Lazzarini 

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Parma hanno infatti eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Bologna - Sezione Misure di Prevenzione su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Bologna e del Questore di Parma, relativo al sequestro di beni mobili, immobili e societari, nonché di rapporti finanziari ed assicurativi, tutti riconducibili ad un imprenditore 41enne originario della provincia di Crotone. Il proposto, destinatario di misura di prevenzione patrimoniale, già coinvolto nell’operazione convenzionalmente denominata “Grimilde”, è attualmente detenuto a seguito di una condanna alla pena di anni 11 di reclusione nel primo grado di giudizio, successivamente ridotta a 9 in appello, in quanto ritenuto partecipe dell’associazione di tipo mafioso di stampo ‘ndranghetistico operante nel territorio delle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza, nonché responsabile del delitto di tentata estorsione aggravata.

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"Intraneo alla cosca ‘ndranghetista Grande Aracri - si legge nella nota di Finanza e Polizia di Stato - che è risultata avere una struttura autonoma operante in Emilia, forniva un costante contributo all’associazione mafiosa anche mediante il suo pieno inserimento nelle relative dinamiche imprenditoriali. Lo stesso, all’interno del sodalizio criminale, risulta avere avuto una collaudata “specializzazione” nella creazione e gestione di società chiamate a svolgere funzioni di “cartiere”, ovvero società create al solo fine di porre in essere condotte di emissione di fatture per operazioni inesistenti a beneficio di altri soggetti economici che le utilizzano". 

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Il sequestro ha riguardato interi complessi aziendali e quote societarie di 11 società, delle quali 2 ubicate nella provincia di Crotone, 2 nella provincia di Reggio Emilia, 1 ad Acerra (NA),1 a Milano e 5 nella città di Parma, 2 immobili residenziali in Cutro (KR); 8 terreni estesi per diverse decine di ettari nell’agro cutrese; diversi rapporti finanziari e assicurativi, in corso di quantificazione, 2 autovetture. per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

L’attività istruttoria e di analisi criminale svolta dalla Divisione Anticrimine  della Questura di Parma, congiuntamente al Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria della Guardia di Finanza, per gli aspetti di natura economico- finanziaria, ha permesso di ascrivere il soggetto proposto alla categoria di pericolosità cosidetta. qualificata, prevista dalla Legge 159/2011 (Codice Antimafia), evidenziando altresì, la notevole sproporzione da parte del proposto tra redditi dichiarati ed investimenti eseguiti, presupposti imprescindibili per l’applicazione della misura di prevenzione di carattere patrimoniale.All’ingente sequestro seguiranno le operazioni di acquisizione e di materiale immissione dell’amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Bologna, nel possesso dei beni sequestrati, tuttora in corso.

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