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CARO ENERGIA: LA NOSTRA INCHIESTA

L'allarme delle imprese: "Costi energetici insostenibili, bollette quintuplicate"

Il prezzo dell'elettricità è aumentato del 450%

Il caro energia, che pesa come un macigno sui conti delle famiglie parmigiane, dei pensionati e delle giovani coppie con figli, mette a serio rischio la tenuta e gli investimenti delle imprese parmensi. Nei primi mesi del 2022, infatti, le bollette saranno pesantissime: per le aziende industriali del nostro territorio, infatti, il costo delle bollette per l'energia elettrica sarà quintuplicato. Una situazione che, sommata all'aumento dei costi di molte materie prime, porta ad una riduzione del margine operativo di molte aziende parmensi

A livello regionale, secondo i calcoli del Centro studi di Confindustria, il costo passerà dalle media di 700 miliardi di euro del 2019 a qeulla di 4,1 miliardi di euro per il 2022. Il fatturato manufatturiero provinciale di Parma incide per il 14% sul fatturato manufatturiero regionale. Per quanto riguarda il fatturato generale quello della nostra provincia incide per l'11%. 

Il consumo di energia in Emilia-Romagna è ripartito tra l’industria (30% dei consumi finali totali), i trasporti (29%), il settore residenziale (20%) e i restanti settori tra i quali agricoltura e servizi. Il settore industriale assorbe il 47% dei consumi regionali di energia elettrica. Il 70% dei consumi industriali di energia è coperto da energia termica, il 30% da energia elettrica. Il principale combustibile impiegato ad uso termico nel settore industriale è il gas naturale (95%), mentre GPL e  olio combustibile pesano per meno del 3%. Le fonti termoelettriche contribuiscono per circa l’85% alla generazione di energia elettrica, i cui impianti sono alimentati a gas per il 65%. Si può quindi stimare  che il consumo di energia del settore industriale dell’Emilia-Romagna sia coperto per l’83% attraverso il gas naturale

Secondo i calcoli degli industriali si tratta di un incremento del costo complessivo del +360% nel 2021 rispetto al 2019 e di oltre 5 volte rispetto ai costi sostenuti nel 2020. L’aspetto più preoccupante è che il prezzo del gas si prevede scenderà lentamente, per rientrare su livelli più vicini alla norma non prima del 2023, e a condizione che vengano risolti i nodi e le tensioni geopolitiche con la Russia (da cui dipende una quota rilevante dell’approvvigionamento di gas del nostro paese).

"Confido che a breve si possa riprendere con la piena normalità − auspica il Presidente di Confindustria Pietro Ferrari – e passare dall’emergenza alla prudenza, mantenendo sempre costante l’attenzione e la verifica dei dati sanitari. In questi mesi abbiamo strutturato la macchina dell’emergenza, sia per quanto riguarda la capacità vaccinale, intesa come produzione, approvvigionamento e distribuzione dei vaccini, sia per la gestione del Green Pass, con le inevitabili difficoltà dei periodi di maggiore pressione. Se in autunno si dovesse sfortunatamente ripresentare una situazione critica avremo la strumentazione pronta per gestirla in modo efficace", 

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