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Il Parma ci prova di più, la Reggiana si difende: derby bloccato e con poche emozioni

Alla fine vince il tifo sugli spalti di un Tardini vestito a festa: 16mila spettatori in una grande cornice che meritava qualcosa di più dello 0-0 visto in una gara senza sussulti

Poche le emozioni, tanta la tensione in campo. La paura di perdere ha incatenato le gambe dei calciatori in campo in quello che è stato un derby noioso, vissuto sul filo dell'alta tensione e caricato, forse, troppo dall'attesa. Un punto a testa alla fine di una gara con poche vibrazioni, in cui la Reggiana alla fine si ritroverà a contare di più i fumogeni che i tifosi hanno buttato in campo che i tiri in porta. Ritmo spezzettato, gioco congestionato e spettacolo che resta solo in curva, dove circa seimila tifosi hanno sfoggiato tutta la loro voglia di tigo spingendo il Parma fino alla fine verso un vittoria che Pecchia ha cercato sicuramente più di Nesta ma senza trovarla. Il bottino resta comunque soddisfacente: 10 punti in quattro partite, un gol subito su rigore. Numeri difficilmente prevedibili ai nastri di partenza. La squadra di Pecchia colleziona il dodicesimo risultato utile e chiude la porta per la terza volta in quattro partite. Forse con un po' di cura nei dettagli in più avrebbe portato a casa anche questa. Si va alla pausa comunque gravitando nelle zone altissime di classifica e, visti i precedenti, è comunque una buona notizia. 

Pecchia cambia la mediana e l’attacco con un paio di mosse a sorpresa: lascia in panchina i muscoli di Sohm e mette dentro il fosforo di Bernabé per dare idee a una mediana che in fase di non possesso si fa a quattro a protezione della difesa. Tra i due reparti c’è Estevez che è sempre in mezzo alla battaglia a predicare colma e a ridurre le distanze che eventualmente si colmano. Non ci sono tanti spazi dove agire, l’ex City è ingabbiato e non riesce a sprigionare la sua tecnica palla al piede. Poche imbeccate, pochissimi tiri e il gioco finisce un po’ per ristagnare. Davanti Bonny deve essere bravo a farsi trovare dal passaggio dei compagni e, nello stesso tempo, a uscire dai blocchi per andare a cucire il gioco e servire gli esterni che a turno dovrebbero andare dentro dentro. Ma non sempre ci riesce, il clima è teso e l’ambiente è di quelli caldi che non si vedevano da un po’.

I reggiani l’appesantiscono con una pioggia di fumogeni che costringe il direttore di gara Manganiello a sospendere per due volte la partita il tempo che basta per consentire ai vigili del fuoco di spegnerli. Il ritmo si spezza e la gara non decolla, il Tardini si innervosisce e le occasioni si riducono. La Reggiana ne ha subito una, a dire la verità: Libutti si avventa su un pallone lungo che proviene dalla destra, Delprato arriva tardi e Chichizola devia in angolo. Il Parma sente di più la partita, caricata durante tutta la settimana. Lo stadio ribolle e sussulta quando, al 18’, Circati stacca con un inserimento perfetto provando a scrivere il suo nome nella storia del derby. Solo Pettinari gli impedisce l’ingresso nell’Olimpo crociato. Avrebbe fatto piacere al ragazzo di Fidenza vedere il suo nome scritto accanto a quello di altri eroi più o meno contemporanei che hanno deciso sfide del genere. 

Il 4-3-3 di Pecchia in fase offensiva non è frizzante come al solito: c’è poco spazio per triangoli e verticalizzazioni, si gioca in prevalenza nella metà campo della Reggiana che per non subisce tantissimo e prova a ripartire affidandosi agli strappi di Vergara e Portanova, bravi a uscire dal pressing non troppo collaudato dei crociati e ad affidarsi a Pettinari. Pecchia cambia la posizione degli esterni, sta avendo poco la davanti in termini di movimenti e pericolosità. Riporta Benek a sinistra e Mihaila a destra. Il romeno ha un guizzo e si accende al 43’ quando Ansaldi gli recapita sulla testa il pallone del possibile 1-0. Sparato su Bardi di testa. Tutto bello, peccato che fosse in fuorigioco. Visti gli spazi stretti al centro, il Parma prova a cingere d’assalto la Reggiana per vie laterali e comincia a guadagnare calci d’angolo. Al tramonto di una prima frazione concitata, appesantite dalle delle varie perdite che fa comodo alla Reggiana, anche il tiro da fuori diventa un’arma con la quale poter scardinare il bunker granata. Hernani ci prova ma il destro non sortisce l’effetto desiderato. Nel secondo tempo Pecchia comincia all’attacco: il Parma ha un’occasione con Hernani che al volo calcia in porta. Alto di poco. Entrano Partipilo e Zagaritis per Mihaila e Ansaldi. E l’ex Ternana ha subito sul sinistro l’occasione per stappare la partita. Scatto in profondità, sterzata e tiro a giro: Bardi è reattivo. Passa un minuto e campita ancora sulla sua testa la palla del possibile vantaggio. Ma è lenta e finisce fuori. Il Tardini spinge, Pecchia vuole cavalcare l’onda e mette forze fresche dentro: Fuori Bonny e Benek, entrano Čolak e Begič. Il vento dell’est rinfresca la gara, con il Parma che stabilmente si mette li a lavorare nella metà campo avversaria. Ma di occasioni  poche. Domina la tensione, la paura di non perdere da entrambi i lati. Il Parma ci prova di più, Čolak all’83’ gestisce male un pallone di Estevez. Senza dosare la forza lo spedisce sopra la traversa: serviva altro, ma il croato ha avuto fretta. Il finale è del Parma, che arremba fino alla fine senza però trovare la chiave per scardinare il bunker di Nesta. L'abbraccio con l'amico Pederzoli alla fine resta il suo gesto più bello anche se l'ex Milan non ha rubato nulla con questo pari. 

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